Rinnovabili • European Chips Act: le nuove misure UE sui semiconduttori

European Chips Act, l’UE accelera sui semiconduttori

La Commissione ha presentato il pacchetto legislativo con cui vuole raddoppiare la sua quota di mercato nell’ambito dei chip avanzati. Entro il 2030, Bruxelles vuole controllare il 20% del mercato globale di semiconduttori

European Chips Act: le nuove misure UE sui semiconduttori
Foto di Cristian Ibarra da Pixabay

Lo European Chips Act è la risposta europea alla crisi dei semiconduttori

(Rinnovabili.it) – Raddoppiare entro il 2030 la quota europea di mercato sui semiconduttori, oggi ferma al 10%. Potenziare le capacità dei Ventisette e metterle in rete. E garantirsi una catena di fornitura molto meno dipendente da paesi terzi rispetto a oggi. Sono questi gli obiettivi dello European Chips Act, il pacchetto legislativo presentato oggi dalla Commissione UE che deve accompagnare la transizione ecologica e digitale del continente. In tutto, l’intervento di Bruxelles mobiliterà più di 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati e stabilirà misure per prevenire, e rispondere rapidamente a possibili intoppi nelle catene di approvvigionamento.

Tutte le misure dello European Chips Act

Nel discorso sullo stato dell’Unione, a settembre 2021, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva sottolineato la necessità di portare in Europa le catene di produzione dei semiconduttori. La crisi iniziata nel 2020 ha messo in forte difficoltà alcuni settori, in particolare quello dell’auto dove per alcuni Stati membri la produzione è scesa di un terzo. I semiconduttori sono indispensabili per tutte le tecnologie green: un EV ha il doppio di chip rispetto ai veicoli a combustione, ma sono indispensabili anche per turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.

Queste le misure previste dallo European Chips Act:

Chips for Europe Initiative – 11 miliardi di euro saranno investiti per potenziare la ricerca, sviluppo e innovazione. Il motore sarà la nuova versione del Key Digital Technologies Joint Undertaking (KDT JU), la partnership tra i Ventisette, attori privati e alcuni paesi terzi per l’innovazione tecnologica. Lo European Chips Act riorienta questa collaborazione concentrando gli sforzi sui semiconduttori e la trasforma nel Chips Joint Undertaking

La Chips for Europe Initiative vuole garantire lo spiegamento di strumenti per semiconduttori avanzati, linee pilota per la prototipazione, e test e la sperimentazione di nuovi dispositivi per applicazioni innovative. Inoltre, questo pilastro dello European Chips Act prevede azioni per formare il personale e per analizzare e monitorare l’ecosistema dei semiconduttori e della catena del valore. Si svilupperà soprattutto attraverso i programmi di ricerca Digital Europe e Horizon Europe.

Chips Fund – Il fondo per i chip è il trampolino di lancio per le aziende che popolano il settore dei semiconduttori. Questa nuova linea di finanziamento aiuterà le start-up a emergere e attirare investitori. Includerà anche uno strumento di investimento azionario dedicato ai semiconduttori nell’ambito di InvestEU per sostenere le aziende in fase di scale-up. Inizialmente avrà una dotazione di 2 miliardi di euro.

Più coordinamento in UE – Un nuovo meccanismo di coordinamento tra i Ventisette permetterà di monitorare attentamente la catena di fornitura globale dei semiconduttori, il volume della domanda e le possibili perturbazioni all’orizzonte. La misura getta le basi per far muovere – rapidamente – i paesi UE all’unisono in caso di problemi nella supply chain, fornendo un’analisi condivisa della situazione da cui dovranno scaturire risposte altrettanto condivise. Questo strumento comune dovrebbe permettere di affrontare la crisi attuale, grazie a una cassetta degli attrezzi per interventi comuni a breve termine contenuta nel pacchetto dello European Chips Act.

Impianti first-of-a-kind – Per attirare investimenti, l’UE sceglie di rilassare le regole sugli aiuti di Stato in due casi specifici: le Open EU Fondries, ovvero fonderie di chip dove si progettano semiconduttori per attori terzi, e le Integrated Production Facilities, dove viene sviluppato il design e vengono prodotti chip avanzati per il mercato interno. Queste strutture beneficiano anche di snellimento nel permitting e di una corsia preferenziale per avviare le linee pilota previste dal Chips for Europe Initiative.