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Gli USA accelerano su ERGI per mettere all’angolo la Cina

A fronte dell'espansione delle energie rinnovabili, gli USA scommettono su ERGI, cercando di coinvolgere UE e Giappone per ridurre lo strapotere cinese sulle terre rare.

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Credits: Pexels da Pixabay

ERGI, la strategia USA per l’approvvigionamento di metalli e terre rare, si espande sempre più

(Rinnovabili.it) – Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti spera di espandere al più presto la sua Energy Resource Governance Initiative (ERGI), la strategia USA volta a garantire l’approvvigionamento di metalli e terre rare considerati essenziali per la produzione di batterie, energia eolica ed energia solare.

Nonostante l’emergenza coronavirus, infatti, la domanda di energia verde continua a crescere e il divario tra i costi di produzione di energia rinnovabile e quelli di energia da combustibili fossili diminuisce sempre più. Per tale ragione, ben dieci paesi, tra cui Canada, Australia e Brasile, si sono uniti agli Stati Uniti per dar vita ad una strategia di governance delle risorse energetiche e delle relative materie prime.

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Secondo il programma ERGI, Washington condividerà la propria esperienza nel settore minerario per aiutare i paesi coinvolti a migliorare la produzione di metalli come litio, rame e cobalto. Specificamente, l’iniziativa nasce dalla volontà del governo USA di ridurre la dipendenza del mondo dalla Cina, primo paese al mondo per la produzione di metalli e terre rare.

Non a caso, uno degli scopi di ERGI è quello di fornire consulenza ai paesi coinvolti per contribuire a garantire che le industrie nazionali siano attraenti per gli investitori internazionali. Per tale ragione, il governo USA sta “cercando di espandere ERGI per includere altri governi e istituzioni governative, ha dichiarato Frank Fannon, vicesegretario di Stato degli Stati Uniti per le risorse energetiche.

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Fannon ha inoltre affermato di aver avuto incontri su ERGI con la Commissione Europea. Un’espansione del gruppo potrebbe includere il Giappone e alcuni paesi emergenti con una forte domanda di energia. ERGI, infatti, vede già tra i suoi partecipanti paesi come il Botswana, il Perù, la Repubblica Democratica del Congo, la Namibia, le Filippine e lo Zambia.

Nonostante la crescita più lenta, i ritardi nella costruzione e le interruzioni della catena di approvvigionamento a causa della pandemia di coronavirus, IRENA (l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) stima che la capacità globale di energia rinnovabile globale crescerà del 6% nel 2020, e la riduzione dei prezzi potrebbe spingere i governi a scegliere piani di ripresa più “verdi” per affrontata la crisi economica innescata dal covid-19.