Il nuovo World Nuclear Industry Status Report 2021 torna a far scontrare atomo e rinnovabili analizzando nuova capacità aggiunta, produzione, costi e resilienza
Il nuovo rapporto di Mycle Schneider sull’industria nucleare mondiale
(Rinnovabili.it) – La partita energie rinnovabili contro nucleare? Nel 2020 si è chiusa con un punteggio di 250 a zero a favore delle prime. La cifra rappresenta i nuovi gigawatt di capacità installati a livello mondiale lo scorso anno, quando il distacco tra impiantistico tra le due settori energetici si è fatto più evidente. A riportare i numeri di questo scontro virtuale è il World Nuclear Industry Status Report 2021, pubblicazione che valuta lo stato e le tendenze dell’industria nucleare internazionale. Il rapporto è curato da Mycle Schneider, consulente energetico e attivista anti-nucleare, ma ha coinvolto nella sua stesura 13 esperti interdisciplinari internazionali e prestigiose istituzioni accademiche come l’Università Harvard, quella di Meiji a Tokyo, l’Università di Nagasaki, La British Columbia e la Technical University di Berlino.
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Il risultato è un documento di 409 pagine che valuta da vicino lo stato della programmazione di nuovi impianti nei 33 paesi nucleari (fino a metà del 2021) e nelle nazioni interessate all’atomo, fornendo anche una panoramica su produzione e chiusura dei reattori. I dati sono gli stessi già pubblicati dalla World Nuclear Association, l’associazione internazionale che promuove l’energia nucleare. Ma il rapporto aggiunge anche alcuni capitoli di approfondimento a partire da quello “Energie rinnovabili contro nucleare” che compara i due settori mettendo a confronto investimenti, nuova capacità e generazione elettrica.
Energie rinnovabili contro nucleare
Una premessa è d’obbligo. Il 2020 non rappresenta l’anno migliore per le analisi energetiche per gli ovvi effetti della pandemia su consumi, produzione ed economia in generale.
Il World Nuclear Industry Status Report 2021 sottolinea come lo scorso anno la produzione di energia nucleare sia crollata di un margine senza precedenti (>100 TWh) – escludendo il periodo post Fukushima (2011-12) – mentre la capacità operativa ha raggiunto un nuovo picco a metà del 2021. Contemporaneamente le rinnovabili non idroelettriche hanno superato gli impianti nucleari nella produzione di elettricità su scala globale, con un 3.137,47 TWh contro 2.616 TWh. Aggiungendo la generazione idroelettrica, la quota verde sale sopra i 7.492 TWh (fonte).
L’aumento netto della capacità nucleare (nuovi reattori meno impianti chiusi) è sceso a 0,4 GW, rispetto agli oltre 250 GW installati dalle rinnovabili. “Il nucleare è irrilevante nell’odierno mercato delle nuove costruzioni di capacità elettrica”, scrivono gli autori. Nel complesso “la quota nucleare nella produzione lorda globale di elettricità ha perso l’aumento di 0,2 punti percentuali del 2019 ed è tornata al suo lento ma costante declino da un picco del 17,5% nel 1996 con una quota del 10,1% nel 2020″.
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Il rapporto punta il dito anche sull’età degli impianti. In assenza di importanti programmi di nuova costruzione, a parte la Cina, l’età media della flotta mondiale di reattori nucleari in funzione continua ad aumentare e alla metà del 2021 ha raggiunto i 30,9 anni. E “i piccoli reattori modulari (SMR) ottengono molta copertura mediatica, un po’ di denaro pubblico, ma finora non sono disponibili in commercio e non lo saranno per altri 10-15 anni. I progetti pilota in Argentina, Cina e Russia sono stati deludenti”.