Dalla virtual pipeline per il metano al collegamento elettrico con la Sicilia attraverso il Tyrrhenian Link, passando per l'addio al carbone. Ecco le novità del decreto firmato dal premier e che non piace a territori e Regione
Pronta la bozza ma manca l’intesa con la Regione
(Rinnovabili.it) – C’è la firma di Mario Draghi sul nuovo DPCM Energia Sardegna. L’atto è arrivato la scorsa settimana a Palazzo Chigi per raccogliere l’ultimo ok, quello del premier. Ma il risultato finale poco piace al territorio e il presidente della Regione, Christian Solinas, ha già lanciato l’allarme per l’autonomia energetica.
Sulla carta il provvedimento dovrebbe definire il programma di transizione energetica per l’Isola. Come? Individuando le opere e le infrastrutture strategiche per il phase-out del carbone e la decarbonizzazione del comparto industriale. A partire da uno degli interventi più urgenti e complessi: il collegamento della Sardegna alla rete del gas nazionale.
Ma il testo nel suo percorso politico amministrativo ha raccolto più volte la preoccupazione e le critiche delle autorità locali e regionali che oggi sperano in nuovi interventi correttivi e non respingono l’idea di impugnare il provvedimento.
Il DPCM Energia Sardegna
Nel dettaglio il DPCM Energia Sardegna dà attuazione ad una delle misure inserite nel decreto Semplificazioni 2020, ossia estendere la rete del gas nazionale alla Sardegna attraverso un collegamento virtuale. La nuova virtuale pipeline sarà costituita da due navi metaniere (Floating Storage and Regasification Units – FSRU) a Portovesme e Porto Torres, rispettivamente da 110.000 m3 e 25.000 m3. A cui si aggiungerà un impianto di rigassificazione nell’area portuale di Oristano. Da questi tre punti si dipaneranno le reti che serviranno tutta l’Isola, con tariffe di distribuzione definite da ARERA nei prossimi mesi.
Nel decreto è riportata anche la realizzazione della connessione sottomarina Sardegna–Sicilia da 500 MW, parte del progetto Tyrrhenian Link. Si tratta del nuovo corridoio elettrico progettato da Terna per migliorerà la capacità di scambio. L’infrastruttura – 950 chilometri di lunghezza in totale e una potenza complessiva di 100 MW – prevede due tratte: quella EST dalla Sicilia alla Campania e quella OVEST dalla Sicilia alla Sardegna.
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In tema di addio al carbone, il testo conferma quanto già notificato da Terna, ossia i 550 MW di “nuova potenza programmabile” da individuare nell’ambito del mercato di capacità. E definisce come strategica e improrogabile “la realizzazione di nuova capacità di generazione a fonte rinnovabile e di adeguate risorse di accumulo dell’energia”.
Cosa scontenta la regione? Soprattutto l’approccio tariffario. Una questione emersa fin dai colloqui tra il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, all’inizio di marzo. “Non siamo soddisfatti dei risultati nella stesura del Dpcm Energia per la Sardegna”, aveva spiegato Pili. “E’ necessario apportare alcune modifiche, soprattutto in tema di perequazione tariffaria del metano, che spacca l’Isola in due zone, creando una Sardegna a due velocità: una con una tariffazione agevolata e l’altra dove, invece, saranno in vigore le regole del libero mercato con pesanti penalizzazioni per quel territorio”.