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Direttiva energia rinnovabili 2030, il Consiglio UE si ferma ad un 40%

I Ventisette definiscono la loro posizione negoziale sulla revisione della REDII e della direttiva efficienza energetica, due dei provvedimenti chiave del pacchetto Fit for 55

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Direttiva rinnovabili 2030, cosa cambia per la nuova RED II?

(Rinnovabili.it) – Si parlava di osare di più. Di alzare l’obiettivo delle rinnovabili 2030 nei consumi finali europei fino al 45%. Ma, almeno in seno al Consiglio dell’Unione europea, l’ambizione è mancata. I co-legislatori si sono fermati ad un 40% di energia pulita nel mix energetico di fine decennio. Un target vincolante per il Blocco, che rispecchia la proposta inserita dalla Commissione europea nel nuovo pacchetto Fit for 55. E che – va ricordato – alza di 8 punti percentuali l’obiettivo 2030 introdotto con il vecchio pacchetto Energia pulita per tutti gli europei

Qualche novità arriva invece nelle misure settoriali. Nei trasporti, i Ventisette hanno introdotto la possibilità per gli Stati membri di scegliere tra un obiettivo vincolante di riduzione del 13% della CO2 entro il 2030 (con la possibilità di fissare un target differenziato per il trasporto marittimo) e un obiettivo vincolante di almeno il 29% di energia rinnovabile nel consumo finale entro la stessa data. Piccoli incrementi rispetto alla bozza dell’Esecutivo UE, arrivano per i biocarburanti avanzati, con quote vincolanti dello 0,2% al 2022, dell’1% nel 2025 e del 4,4% nel 2030; integrando l’aggiunta di un doppio conteggio per questi combustibili.

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Per quanto riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno verde e fuel sintetici a base di idrogeno), il Consiglio ha convenuto un obiettivo secondario indicativo del 2,6%, che corrisponde al 5,2% anche con l’aggiunta di un moltiplicatore. e con l’introduzione di nuove misure volte a contrastare illegalità e frodi nel settore. 

In tema di riscaldamento e raffrescamento edilizio, i co-legislatori del Consiglio hanno concordato un aumento vincolante dell’0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. Per il comparto industriale rimane invece il target indicativo di un aumento medio annuo dell’1,1% in termini di impegno delle rinnovabili nei consumi. Ma si fa più graduale, rispetto alla proposta originale, l’impiego dell’idrogeno pulito, con un obiettivo del 35% al 2030 e del 50% entro il 2035.

Il prossimo passo? Il Parlamento europeo dovrà votare la sua posizione sulla direttiva il 13 luglio, per avviare i negoziati con il Consiglio in autunno.