Entro l’anno “almeno” 15 mld di m3 di Gnl. Ma in futuro l’UE punta a riceverne 50 mld. Assicurando ai produttori USA una domanda stabile perlomeno fino al 2030. Obiettivo: dire addio alle fossili di Putin entro il 2027
Tutti i dettagli del patto Biden-VdL per tagliare la dipendenza gas dalla Russia
(Rinnovabili.it) – La mano tesa di Biden all’Europa vale 15 miliardi. Sono i metri cubi di gas naturale liquido che gli Stati Uniti hanno promesso di inviare a Bruxelles nel corso del 2022 per tagliare la dipendenza gas dalla Russia. L’accordo siglato stamattina è un “grande passo” per la presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen, che in conferenza stampa aggiunge: “L’Europa lavorerà per garantire una domanda stabile per Gnl americano aggiuntivo almeno fino al 2030”.
I punti dell’accordo Biden-Von der Leyen per tagliare la dipendenza gas UE
Il Gnl americano promesso da Biden permetterà di ridurre del 10% l’import di gas russo, che nel 2021 si è attestato su un volume di 155 mld di m3. Un aiuto che si somma agli sforzi dei Ventisette già in programma con il piano REPowerEU, che prevede di scendere a 100 mld di m3 già entro fine anno con un mix di misure di emergenza.
L’accordo di oggi dà una cornice più ampia e strutturata alla cooperazione energetica tra le due sponde dell’Atlantico. USA e UE istituiranno una task force congiunta sulla sicurezza energetica. Il cui primo compito sarà, appunto, assicurare l’arrivo di “almeno” 15 mld di m3 di Gnl in Europa entro fine anno, “con aumenti attesi in futuro”. “Puntiamo a 50 mld di m3 l’anno”, ha chiarito Von der Leyen parlando di fianco a Biden. Scopo ultimo, dire addio per sempre al gas di Putin (e alle altre fonti fossili) al più tardi nel 2027.
Il patto sulle fossili per ridurre la dipendenza gas dalla Russia non cancella l’impegno congiunto per il clima. La task force dovrà lavorare per ridurre l’intensità di gas serra di tutte le nuove infrastrutture per il gas che saranno costruite, dai gasdotti ai terminal Gnl ai depositi per lo stoccaggio. Tra le misure annunciate ci sono il monitoraggio delle perdite di metano e l’impegno a costruire infrastrutture hydrogen-ready.
Sforzi congiunti USA-UE anche sul fronte della burocrazia, per velocizzare al massimo l’iter di approvazione e installazione delle nuove infrastrutture. Tra le quali si citano espressamente sia terminal Gnl onshore, sia le pipeline e le strutture a terra necessarie per la ricezione, lo stoccaggio e l’immissione in rete di Gnl rigassificato da unità flottanti offshore. Dal canto suo, l’UE si impegna a stringere contratti a lungo termine usando una formula di prezzo che integri fattori stabilizzanti, ad esempio le quotazioni spot dell’Henry Hub americano. E a usare la nuova piattaforma per l’acquisto congiunto di gas per acquistare i volumi aggiuntivi tra aprile e ottobre 2022.
Nel quadro della nuova cooperazione rafforzata in materia di energia, USA e UE si impegnano a collaborare di più e meglio sulle tecnologie per l’efficienza energetica ma soprattutto su quelle per l’eolico offshore. Capitolo idrogeno, l’accordo include l’impegno a collaborare per aumentare la produzione di H2 rinnovabile tramite investimenti congiunti in sviluppo tecnologico e infrastrutturale.