L'Osservatorio Utilities Agici – Accenture presenta due scenari in grado di anticipare gli obiettivi fissati al 2030 sulla decarbonizzazione e consolidare la sicurezza energetica
Se l’indipendenza energetica dell’Italia coincide con la riduzione delle emissioni
(Rinnovabili.it) – Diversificare le fonti di approvvigionamento investendo su rinnovabili, biometano ed efficienza. Questa la ricetta che potrebbe tagliare la dipendenza energetica dell’Italia senza rinunciare agli obiettivi di decarbonizzazione. A redigerla è lo studio presentato oggi a Milano dall’Osservatorio Utilities Agici – Accenture. Il documento, intitolato “Italia e dipendenza energetica: diversificare le fonti e investire sulle rinnovabili per un futuro meno vincolato e più decarbonizzato”, offre due scenari. Entrambi fissati al 2030 e costruiti a partire da 4 leve. Ed entrambi in grado agganciare la transizione ecologica, seppur con tempistiche diverse.
“La trasformazione del mercato energetico globale impone grandi sfide a tutto il Sistema-Paese”, spiega Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici. “L’Italia, per troppo tempo paralizzata da veti incrociati, deve tornare rapidamente a investire in infrastrutture per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione”. Come? Puntando soprattutto sulle risorse nazionali. Nel dettaglio lo studio presenta uno scenario «green acceleration» più rapido e concentrato e uno «progressive growth» focalizzato sulla moderazione.
- Scenario «green acceleration»: prevede un elevato focus sugli interventi che consentono una riduzione della domanda di gas naturale, attraverso una forte accelerazione sulle rinnovabili (nei prossimi 3 anni – 20 GW/anno), target aggressivi per la produzione di biometano (8 bmc al 2030) e mantenimento di un elevato tasso di interventi di efficienza energetica (fino a 1,5% di tasso annuo).
- Scenario «progressive growth»: basato sull’utilizzo di leve analoghe, ma con un tasso di crescita più progressivo. In particolare, lo sviluppo delle rinnovabili procede con un’accelerazione più moderata (da 2 a 15 GW/anno nel periodo 2022-2030), il target di produzione del biometano è più limitato (3 bmc) e il tasso di interventi di efficienza energetica arriva fino all’1%.
Stessi elementi chiave ma utilizzati in maniera differente. E sebbene possano entrambi garantire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, nel primo caso si otterrebbero maggiori risultati in meno tempo. Lo scenario accelerato potrebbe condurre a una riduzione cumulata della domanda di gas di 190 bcm e di 68 Mt di CO2 nel periodo 2022-2030.
leggi anche Crisi energetica, Cingolani: “problemi seri” per l’Italia in caso di stop al gas russo
“Lo scenario che prevede un forte incremento delle energie rinnovabili e del biofuel è una grande opportunità per la competitività del nostro sistema Paese”, afferma Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia.
“Il processo di trasformazione verso l’indipendenza energetica dell’Italia delineato nel nostro studio può rappresentare un’opportunità per il Paese per accelerare la transizione energetica”, aggiunge Sandro Bacan – Accenture Innovation Lead. “Gli elementi abilitanti necessari per questa trasformazione sono di natura normativa, commerciale e di innovazione tecnologica. Con riferimento, in particolare, agli aspetti tecnologici, è fondamentale che il percorso di accelerazione verso le rinnovabili sia accompagnato da un adeguamento delle infrastrutture di rete, facendo leva sui dati per ottimizzare gli investimenti e l’accuratezza delle previsioni sulla producibilità degli impianti, in modo da massimizzare l’utilizzo delle rinnovabili”.