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Decarbonizzazione tedesca: RWE si prepara ai licenziamenti

Il phase out dell’industria carbonifera in Germania segnerà un grande sconvolgimento per la RWE (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk), la più grande azienda tedesca produttrice di energia.

Decarbonizzazione tedesca
Credits: DarkWorkX da Pixabay

RWE licenzierà 1/3 del suo personale, subendo il rischio dell’acquisizione.

 

(Rinnovabili.it) – Il governo tedesco ha dato avvio al processo di smantellamento delle sue centrali a carbone, trovando un primo accordo con gli Stati federati più colpiti dal processo di decarbonizzazione tedesca. Secondo l’accordo, non solo i governi locali dei Länder otterranno dei sussidi (per un totale di 40 miliardi di euro), ma anche le grandi aziende produttrici di energia dovranno godere di compensazioni.

 

Nello specifico, il phase out dell’industria carbonifera in Germania segnerà un grande sconvolgimento per la RWE (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk), la più grande azienda tedesca produttrice di energia, che entro il 2030 dovrà tagliare circa 6000 posti di lavoro, pari ad 1/3 del suo organico attuale. Il futuro per la RWE è, infatti, incerto: sia il tentativo di convertire la sua energia verso fonti rinnovabili, sia la bassa valutazione sul mercato (dovuta ad una frammentazione del mercato globale delle rinnovabili), potrebbero presto trasformare la società in un succulento obiettivo di acquisizione, secondo le previsioni di Goldman Sachs

 

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Pur non essendo ancora chiari i dettagli dell’accordo in merito alle cifre compensative e alla calendarizzazione del phase out, RWE ha dichiarato che avrebbe ricevuto in 15 anni 2,6 miliardi di euro di risarcimento da parte del governo, per attutire il colpo della decarbonizzazione tedesca sulle sue attività. Tuttavia, questa cifra sarebbe inferiore rispetto ai 3,5 miliardi di euro che la società stimava fossero necessari, escludendo per di più la prevista perdita di profitti.

 

A seguito dell’accordo con la cancelliera Merkel, RWE ha fatto delle previsioni sui costi di svalutazione (riguardanti le sue centrali e le miniere a cielo) per un totale di 500 milioni di euro e circa 350 milioni di euro da riservare alle misure per il personale. Nonostante l’amministratore delegato Rolf Martin Schmitz abbia dichiarato a Reuters che la società si stia caricando sulle spalle la maggior parte dell’onere che il governo tedesco richiede per l’eliminazione graduale del carbone”, pare che i mercati stiano comunque rispondendo bene all’accordo. Dopo mesi di discussioni, infatti, i trader hanno accolto con sollievo lo scioglimento delle riserve sul processo di decarbonizzazione tedesca, temendo soprattutto che RWE potesse non essere in grado di ottenere un risarcimento adeguato al tavolo delle negoziazioni. L’attuale situazione di maggior chiarezza, dunque, avrebbe contribuito a far aumentare le azioni del gruppo del 2%.

 

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In tutto questo, Shmitz avrebbe negato i rumors secondo cui la RWE starebbe cercando di vendere a breve le attività legate all’industria del carbone, giustificando la sua posizione appellandosi all’impegno della società nel salvaguardare i propri dipendenti.