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Crisi energetica, l’Europa può dire addio al gas russo in 3 anni. E senza rimpiazzarlo

In un dossier, CAN Europe spiega su cosa deve puntare l’UE nel piano Repower EU – in pubblicazione entro maggio – per svincolarsi dai ricatti di Mosca e continuare a seguire i binari della transizione energetica

Crisi energetica: come dire addio al gas russo in 3 anni senza rimpiazzarlo
Foto di Narupon Promvichai da Pixabay

Deep renovation, pompe di calore e tetti pv contro la crisi energetica

(Rinnovabili.it) – Chiudere il rubinetto del gas russo verso l’Europa entro il 2025, e senza doversi affannare per rimpiazzarlo con altri fornitori? Si può fare. Ma bisogna puntare tutto su tetti fotovoltaici, pompe di calore e riqualificazione radicale degli edifici. È la ricetta di Climate Action Network (CAN) Europe per evitare che la morsa della crisi energetica stritoli il continente (e lo lasci alla mercé di Mosca).

La Germania è uno dei paesi che dipendono di più dal gas di Putin e sta correndo per dotarsi di 4 FRSU il prima possibile per sostituire i gasdotti siberiani con Gnl acquistato altrove. L’Italia, l’altro grande paese acquirente europeo del gas russo, sta facendo il possibile per assicurarsi almeno 2 FRSU e si è lanciata in una girandola di incontri ad alto livello con Algeria, Azerbaijan, Egitto, Qatar e altri fornitori per ottenere nuovi volumi di gas. Con la stessa fretta si muovono gli altri 25 paesi UE, anche se meno esposti alla minaccia russa di inverno al freddo e razionamenti. Per i ricercatori di CAN, sono tutte operazioni di cui si potrebbe fare a meno.

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“L’UE non ha bisogno di aumentare le sue importazioni di gas fossile per sbarazzarsi della Russia entro il 2025. Risparmi energetici ambiziosi e una diffusione accelerata delle energie rinnovabili non solo ci riporterebbero sulla strada dell’accordo di Parigi, ma taglierebbero anche le bollette dei consumatori”, spiega Jörg Mühlenhoff, esperto di politica di transizione energetica di CAN Europe.

La ricetta di CAN arriva a poche settimane dall’annuncio dei dettagli di Repower EU, il piano di Bruxelles per uscire dalla crisi energetica. E prevede 3 passaggi, che consistono in una crescita ogni anno di almeno:

  • 5 milioni di riqualificazioni radicali di unità immobiliari (ritmo da raggiungere a partire dal 2025), cioè correre 3 volte più veloci di oggi. Secondo CAN, la bozza del Repower EU pubblicato a marzo ignora la “Renovation Wave” della Commissione e non tiene conto del principio “energy efficiency first”;
  • 5 milioni di nuovi tetti solari fotovoltaici nel 2025. Anche su questo punto, per CAN, l’UE è stata troppo timida. La promozione dei prosumer e delle comunità energetiche rinnovabili “è fondamentale per ridurre le bollette e garantire la partecipazione dei cittadini”;
  • 5 milioni di nuove pompe di calore nel 2025. Su questo aspetto, punta il dito CAN Europe, i piani della Commissione erano già superati prima di essere pubblicati nel Repower EU.