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La Cina lancia le contee pilota per la rivoluzione energetica rurale

La National Energy Administration ha pubblicato un piano in base al quale tutti i dipartimenti governativi a livello provinciale dovranno creare sul proprio territorio modelli per promuovere ulteriormente le energie rinnovabili

rivoluzione energetica rurale
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La rivoluzione energetica rurale passe per le rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Sfruttare l’innovazione distribuita e lo sviluppo delle energie rinnovabili contribuirà a garantire la sicurezza energetica nelle zone rurali e raggiungere l’obiettivo della neutralità del carbonio. Parte da questa premessa il “Piano per la realizzazione di contee pilota per la rivoluzione energetica rurale“, il nuovo programma del governo cinese per accelerare le potenzialità verdi locali. Presentato la scorsa settimana dalla National Energy Administration (NEA), un’agenzia di coordinamento interdipartimentale del Consiglio di Stato, il progetto punta da avvicinare domanda e offerta, facendo crescere la capacità green nazionale.

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Secondo il programma, i dipartimenti governativi a livello provinciale dovranno identificare “contee pilota” rurali per la costruzione di progetti di energia rinnovabile e presentare i proprio Piano di sviluppo alla NEA per la valutazione e l’approvazione entro la fine di maggio di quest’anno.

In questo contesto agli assessorati all’energia di ciascuna provincia (regione autonoma, comune) è ri-chiesto di selezionare le risorse energetiche rinnovabili ad alto potenziale di sviluppo, in collaborazione con i colleghi che si occupano di ambiente e agricoltura. E quindi di proporre puntuali obiettivi di realizzazione, chiarire le misure della politica di incentivazione e condurre una revisione preliminare del proprio programma di attuazione.

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La National Energy Administration valuterà i singoli piani di “rivoluzione energetica rurale” e selezionerà quelli che potranno passare alla pratica. Secondo quanto riporta oggi l’agenzia di stampa Reuters, lo schema propone un obiettivo al 2025 di oltre il 30% di rinnovabili nel consumo totale di energia primaria. O di oltre il 60% facendo riferimento solo alla nuova capacità installata. Il documento invita anche le autorità locali a “deregolamentare” le proprie industrie di energia rinnovabile.