Prosegue l’impennata di nuovi impianti iniziata lo scorso autunno, quando la Cina ha dovuto fare i conti con un energy crunch che ha rallentato la ripresa economica
Tra ottobre ‘21 e marzo ’22, ok a centrali a carbone per quasi 20 GW
(Rinnovabili.it) – Nei primi tre mesi del 2022, la Cina ha dato l’ok alla costruzione di nuove centrali a carbone per una capacità installata complessiva di 8,45GW. Un balzo in avanti rispetto al 2021, quando l’inaugurazione di nuovi impianti aveva subito una flessione. E pure corposo, visto che è pari alla metà della capacità installata in tutto l’anno precedente.
A fare i conti è Greenpeace, che lancia l’allarme: i numeri dicono che il governo cinese non sta andando nella direzione promessa. Cosa sta succedendo? L’anno scorso, il presidente Xi Jinping aveva assicurato che avrebbe controllato da vicino l’espansione delle centrali a carbone. E per la prima parte dell’anno, effettivamente, questo controllo c’era stato: molti meno gli impianti approvati.
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Poi una serie di blackout e la crisi energetica che torna a mordere hanno fatto cambiare idea a Pechino. Già dall’autunno le autorizzazioni a nuove centrali a carbone sono tornate a schizzare verso l’alto, con oltre 11 nuovi GW (più che nei 9 mesi precedenti messi insieme). Il primo trimestre 2022 ha proseguito sulla stessa linea. E in due casi su tre, l’ok è arrivato per impianti non progettati per la cogenerazione, dunque meno efficienti.
Il calo del 2021 era legato a una revisione dei permessi per nuove centrali a carbone. Iniziativa che, in teoria, serviva per abbandonare progetti a tenore emissivo troppo alto. Tuttavia, solo nelle prime 6 settimane di quest’anno la macchina del permitting è ripartita a pieni giri: è arrivata l’approvazione per 5 impianti per una potenza installata totale di 7,3GW.
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“Costruire più capacità elettrica a carbone non garantirà la sicurezza energetica della Cina. Fa parte di una mentalità tradizionale sul settore energetico che è tornata alla ribalta piuttosto rapidamente. Le carenze energetiche della Cina non derivano da una bassa capacità di generazione. La Cina ha una sovraccapacità di centrali elettriche a carbone. Le carenze energetiche derivano dalla scarsa integrazione tra generazione, rete, carico e stoccaggio”, spiega Wu Jinghan dell’ufficio di Greenpeace per l’Asia orientale.