Rinnovabili • Centrali a carbone: all’estero, la Cina ha infranto le promesse Rinnovabili • Centrali a carbone: all’estero, la Cina ha infranto le promesse

La Cina doveva dire stop alle centrali a carbone all’estero. Quest’anno ne ha costruite 14

Un anno fa, il presidente Xi Jinping prometteva dal palco dell’Onu di interrompere i finanziamenti per centrali a carbone all’estero. Da allora solo 26 impianti su 104 sono stati davvero messi da parte

Centrali a carbone: all’estero, la Cina ha infranto le promesse
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Le centrali a carbone entrate in esercizio emetteranno 1 Gt CO2 da qui al 2050

(Rinnovabili.it) – La Cina ha costruito 14 centrali a carbone all’estero da quando ha promesso, un anno fa, di cancellare i piani per nuovi impianti. Se avranno una durata di vita media, fino al 2050, emetteranno più di 1 Gt CO2 in atmosfera. E per la maggior parte dei progetti, Pechino non ha ancora decretato ufficialmente lo stop.

Se il gigante asiatico non smetterà di temporeggiare, almeno altre 27 nuove centrali a carbone rischieranno di entrare in esercizio nei prossimi mesi. I lavori sono quasi conclusi per 23 GW di impianti, che si sommerebbero ai 7,3 GW di nuova capacità installata nei 12 mesi passati. Tutte queste centrali erano già in costruzione quando il presidente Xi Jinping ha annunciato, all’assemblea generale dell’Onu lo scorso settembre, che avrebbe contribuito alla lotta al riscaldamento globale anche togliendo il supporto cinese agli impianti all’estero.

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I conti in tasca a Pechino li fa un rapporto del Center for Research on Energy and Clean Air and People of Asia for Climate Solutions (CREA). Che prova a sottolineare gli aspetti (potenzialmente) positive. Se 41 centrali a carbone sono in funzione o lo saranno probabilmente a breve, ce ne sono altre 49 su cui Pechino è ancora in tempo per intervenire. Per 33 impianti, pari a 36 GW di capacità installata, è più facile decretare lo stop perché sono ancora allo stadio di project financing e devono assicurarsi alcuni dei permessi necessari. Questi siti sono soprattutto in Vietnam (6,4 GW), Mongolia (6,1 GW) e Laos (6,3 GW). Meno semplice agire nel caso dei restanti 16 impianti, pari a 17 GW. Questi sono in fase di pre-costruzione ma, sottolinea il rapporto, potrebbero ancora essere convertiti in progetti rinnovabili. I contratti per quattro di questi, peraltro, sono stati firmati dopo la promessa di Xi all’Onu.

“Se la capacità proposta di centrali a carbone che oggi è nel limbo venisse ufficialmente cancellata, si potrebbero evitare 341 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno – equivalenti alle emissioni di CO2 del settore energetico del Regno Unito nel 2021”, calcola il rapporto. “Questo risparmio totale porterebbe a una stima di 8,6 Gt CO2 cumulative, ipotizzando che tutti questi impianti a carbone vengano ritirati entro il 2050, data cruciale per evitare un riscaldamento di 2°C e rispettare gli obiettivi climatici di Parigi”.

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