E' la centrale più grande d'Europa, con il nuovo reattore EPR da 1,6 GW. Ma detiene anche un record per i ritardi nella costruzione: doveva entrare in funzione nel 2009
La centrale nucleare di Olkiluoto è il 1° impianto III+ in Europa
(Rinnovabili.it) – Mentre la Germania spegne le sue ultime centrali atomiche, la Finlandia accende un nuovo reattore presso la centrale nucleare di Olkiluoto. Il primo in Europa dal 1991. Ed anche il primo reattore europeo ad acqua pressurizzata (EPR), il modello di nucleare di terza generazione avanzata (III+) che spesso viene indicato dai fautori dell’atomo come la soluzione per centrare gli obiettivi della transizione energetica. Ma c’è un altro record registrato dall’impianto finlandese: la sua entrata in funzione arriva con qualcosa come 14 anni di ritardo rispetto alle previsioni iniziali.
Tutti i ritardi della centrale nucleare di Olkiluoto
La sua costruzione è iniziata nel lontano 2005, ad agosto. Dietro l’operazione la Siemens (che si è poi sfilata) e la francese AREVA, sponsor principale di questo tipo di reattori EPR che parlano francese. E su cui Macron, peraltro, ha da poco deciso di imperniare il rilancio dell’energia nucleare in Francia (6 nuovi reattori entro il 2035, prometteva l’anno scorso). Olkiluoto – o meglio , il terzo reattore, visto che la centrale era già dotata di 2 reattori BWR (reattori ad acqua bollente) – doveva essere completata nel 2009.
Fin dal principio si sono accumulate difficoltà tecniche e ritardi sulla tabella di marcia. E i costi sono lievitati di conseguenza. Dai 3 miliardi di euro iniziali si è poi arrivati a un conto da almeno 11 miliardi. Nel 2015 AREVA va in bancarotta tecnica e uno buona parte della causa risiede proprio nei costi ormai esorbitanti delle centrale nucleare di Olkiluoto. Alla fine il progetto viene finanziato “essenzialmente dai bilanci delle principali aziende finlandesi e dei grandi consumatori di energia, oltre che da diversi comuni, in base a un accordo unico nel suo genere che li rende responsabili dei costi di capitale indefiniti dell’impianto per un periodo di tempo indefinito, indipendentemente dal fatto che ricevano o meno l’elettricità – un contratto “take or pay” – oltre ai miliardi aggiuntivi sostenuti da AREVA in base al contratto a prezzo fisso”, scrive il World Nuclear Report 2022.