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Addio carbone, il Portogallo completa il phase out 9 anni in anticipo

Lisbona ha spento l’impianto di Pego. Era la seconda fonte di emissioni di gas serra a livello nazionale. Il sito potrebbe però essere riconvertito in una centrale a biomasse e bruciare pellet

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Foto di Benita Welter da Pixabay

Salgono a 4 i paesi europei che hanno abbandonato il carbone

(Rinnovabili.it) – Il Portogallo dice ufficialmente addio al carbone. Nel fine settimana, Endesa ha spento la centrale di Pego, circa 150 km a nord-est di Lisbona e l’ultimo impianto del paese a fare uso di questo combustibile fossile. Il paese lusitano è il 4° in Europa a portare a termine il phase out del carbone, dopo Belgio, Austria e Svezia.

Il processo era iniziato a Bonn, nel 2017, durante la COP23. In quella sede, Lisbona si era impegnata a ripulire il suo mix elettrico ed energetico dal carbone entro il 2030. Da allora è stata una accelerazione continua. A gennaio 2021, ad esempio, è stato messo offline l’impianto di Sines, due anni prima del previsto. “Il Portogallo è l’esempio perfetto di come, una volta che un paese si impegna ad abbandonare il carbone, il ritmo del phase out accelera inevitabilmente. I benefici della transizione alle rinnovabili sono così grandi che, una volta iniziato, ha solo senso uscire dal carbone il più velocemente possibile”, commenta Kathrin Gutmann di Europe Beyond Coal.

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Altri paesi europei si stanno seguendo lungo una parabola simile. Gran Bretagna, Grecia, Ungheria e Danimarca hanno scelto di muoversi più rapidamente e al momento sono 21 i paesi europei che hanno ultimato il phase out o hanno annunciato una data. A marzo era stato spento il 162° impianto a carbone d’Europa sui 324 totali: l’Europa è più che a metà strada. Anche se alcuni paesi nelle ultime settimane hanno fissato date molto lontane per chiudere il capitolo carbone: la Polonia nel 2049, la Bulgaria nel 2038 o nel 2040.

Con la chiusura del sito di Pego, il Portogallo saluta per sempre la sua seconda fonte di emissioni di gas serra a livello nazionale. Ma l’impianto da 682MW potrebbe essere riconvertito in una centrale a biomasse che brucerebbe pellet di legno. È una delle opzioni allo studio da parte del governo, anche se il ministro dell’Ambiente João Pedro Matos Fernandes ha fatto sapere che Pego potrebbe anche lasciare il posto a un sito produttivo di pannelli solari oppure di veicoli elettrici. (lm)

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