Le politiche energetiche europee hanno favorito la diffusione delle rinnovabili. Ora gli interventi devono essere modificati per sostenere la competitività
(Rinnovabili.it) – Le attuali politiche energetiche ed ambientali, legate dalla comune necessità di arrestare il cambiamento climatico stanno allontanando l’Europa dalla competitività. Lo rivela un dossier pubblicato stamane dal Financial Times nel quale sono state esaminate le politiche di alcune tra le principali società energetiche del continente come GDF Suez, Eni, Enel, E.ON, RWE, GasTerra, Iberdrola, Gas Natural e Vattenfal. Le società, impegnate nel dibattito europeo incentrato sulle modifiche della politica ambientale attuale presenteranno un nuovo pacchetto di proposte al Parlamento europeo chiedendo il taglio dei sussidi alle rinnovabili e nuovi e ambiziosi obiettivi target di riduzione delle emissioni con scadenza al 2030.
I colossi energetici stanno sostenendo che l’Ue non dovrebbe sostituire gli attuali obiettivi al 2020. Gli oppositori degli attuali vincoli sostengono concedano troppo poca flessibilità ai governi mentre i sostenitori ci tengono a sottolineare che il pacchetto ha portato nuovo lavoro e la rapida espansione del settore delle energie rinnovabili contribuendo anche alla riduzione del costo dell’elettricità. “Dobbiamo ridurre la velocità a cui l’Europa sta costruendo nuovi impianti eolici e pannelli solari. Al momento, non è sostenibile” ha dichiarato Gérard Mestrallet, amministratore delegato di GDF Suez, al Financial Times, aggiungendo che le sovvenzioni dovrebbero essere “limitate a tecnologie che non sono ancora mature, come ad esempio l’energia delle maree e delle onde” e che andrebbero diminuiti gli aiuti alle tecnologie ormai diffuse in maniera proporzionale rispetto al calo dei costi dei dispositivi.