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Rinnovabili, efficientamento, mobilità elettrica: il modello integrato di Plenitude per la transizione

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(Rinnovabili.it) – Vendere prodotti puliti su una catena del valore completa. Coniugando il profitto con un impatto positivo sulla società, l’ambiente e le comunità. Grazie a un portafoglio di produzione di energia da fonti rinnovabili e di clienti retail – oggi 10 milioni – in espansione. E all’attenzione per altri capisaldi della transizione, come la mobilità elettrica e l’efficientamento energetico. Sono i punti cardinali che tracciano la rotta di Plenitude, nata lo scorso marzo dal rebranding di Eni gas e luce, società che, nel 2021, è stata la prima grande azienda italiana del settore dell’energia ad aggiornare il proprio statuto sociale diventando Società Benefit. 

Una Società Benefit per creare valore attraverso la transizione energetica

Con questa forma societaria, Plenitude arriva alla ‘pienezza’ a cui allude il suo nome. L’orizzonte si allarga a tutto tondo, abbracciando in modo nuovo e integrato la dimensione sociale e ambientale. Creare valore condiviso non è un qualcosa di cui devono beneficiare solo gli stakeholder, ma anche la collettività, il tessuto sociale e gli ecosistemi. 

E lo fa, diffondendo una nuova cultura dell’uso sostenibile dell’energia, che privilegi le fonti di energia pulita. Promuovendo modelli di consumo responsabili, quindi consapevoli e più efficienti. Rendendo disponibili soluzioni tecnologiche eque e accessibili che migliorano la qualità della vita degli utenti mentre ne diminuiscono l’impronta carbonica. 

15 GW di rinnovabili entro il 2030

In questa chiave, Plenitude prosegue lungo la strategia di acquisizioni importanti per allargare il suo portafoglio di progetti di energia sostenibile. L’ultimo passo risale ai primi di dicembre con la firma di un accordo per l’acquisizione del 100% di PLT, un gruppo italiano integrato nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e nella fornitura di energia a 90mila clienti retail in Italia.

Un accordo grazie al quale l’azienda inserisce in portafoglio più di 400 MW di asset rinnovabili nel Belpaese. Per l’80% si tratta di parchi eolici, di cui 2 su 10 sono in costruzione con l’entrata in produzione attesa entro il 2024. A cui si somma la coda di progetti in fase di sviluppo, localizzati tra Spagna e Italia e per il 60% in avanzato stadio di maturità, che vale 1,2 GW. 

Con gli asset di PLT, Plenitude supera i 2 GW di capacità installata da rinnovabili. E si tiene in linea per raggiungere l’obiettivo di arrivare a più di 6 GW entro il 2025 per poi salire a 15 GW nel 2030. Più del 20% della nuova capacità rinnovabile di cui l’Italia si deve dotare entro fine decennio, secondo le stime di Terna e Snam, per centrare gli obiettivi del pacchetto europeo Fit for 55. Italia, Spagna, Grecia e Gran Bretagna sono i paesi dove è pianificata l’espansione maggiore nei prossimi 7 anni. 

Più a lungo termine, entro il 2040, la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili derivante da impianti proprietari dovrebbe consentire a Plenitude di coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica della base di clienti. Per ora, a fine 2021, dei 7,6 TWh di energia fornita in Italia, 3 TWh sono energia elettrica certificata. Gli impianti di proprietà, sempre l’anno scorso, hanno generato 944 GWh di energia da fonti rinnovabili, il triplo del 2020. In tutto, le emissioni evitate – usando come benchmark il mix di generazione dei paesi in cui opera Plenitude – sono arrivate a 512mila t CO2e. Più o meno come togliere 200mila auto con motore a combustione interna dalla strada.

Mobilità ed efficienza

Il modello integrato di business portato avanti da Plenitude poggia su 3 pilastri fondamentali: la produzione di energie da fonti rinnovabili, i servizi energetici e la mobilità elettrica.

Oggi attraverso la controllata Be Charge, l’azienda possiede una rete di oltre 10.000 punti di ricarica su suolo pubblico. Rete che mira a espandere, triplicandola, per arrivare a 30.000 colonnine entro il 2025 in tutta Europa con l’obiettivo di realizzare una delle infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici più capillari. In meno di due anni, le colonnine targate Plenitude + Be Charge si sono diffuse in tutte le regioni italiane e nel 100% delle province, toccando sia i capoluoghi sia piccoli comuni. La densità maggiore è in Veneto e Lombardia con oltre 1200 punti a testa.

Sul fronte dell’efficienza, l’azienda punta sulla riqualificazione energetica di edifici e impianti produttivi. Con gli energy performance contract (EPC) fornisce analisi energetiche dei siti e individua soluzioni per l’efficientamento degli impianti per PMI e grandi imprese. Mentre per il segmento residenziale il ventaglio di attività spazia dalla coibentazione degli edifici al consolidamento antisismico, dall’installazione di punti di ricarica per EV fino agli impianti fotovoltaici con accumulo. Ma anche soluzioni digitali basate sull’intelligenza artificiale in ottica smart home per ottimizzare i consumi. 

Il passo seguente – che permette di integrare gran parte di queste soluzioni – sono le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo. Un orizzonte su cui dal 2021 l’azienda si è iniziata a muovere in parallelo all’evoluzione della normativa in Italia. 

L’impegno di Plenitude per una catena del valore sostenibile

Nell’ambito delle iniziative di sostenibilità la società si è impegnata a raggiungere il target di emissioni nette pari a zero entro il 2040, fornendo il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti. In particolare, la strategia prevede: 1) nell’energia elettrica, vendite alla clientela retail (B2C) completamente decarbonizzate già da quest’anno; 2) entro il 2030, le vendite di energia decarbonizzata a tutta la clientela (B2B e B2C); 3) dal 2040 la produzione di energia elettrica da rinnovabili sia sufficiente a coprire la domanda di tutti i clienti. 4) Nel gas, i clienti avranno a disposizione contratti di fornitura con emissioni Scope 3 azzerate tramite compensazione già dal 2022, con l’obiettivo di fornire il 100% di gas decarbonizzato a tutti i clienti entro il 2040;

In parallelo all’impegno contro le emissioni corre quello per rendere più sostenibile la catena di approvvigionamento sotto il profilo ambientale e sociale. Lo scanning dei fornitori usa criteri basati sul rischio, dettagliato per paese e per categoria merceologica, di violazioni dei diritti umani, che viene poi approfondito con la due diligence e può risultare in clausole specifiche inserite nelle gare e in audit ritagliati sull’attività del singolo fornitore.

In collaborazione con Plenitude

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