Il Piano Infrastrutture USA vale oltre 1.000 miliardi di dollari
(Rinnovabili.it) – Anno nuovo, nuovo attacco USA all’ambiente. L’Amministrazione Trump ha presentato ieri il Piano Infrastrutture americano, la proposta con cui il Governo federale intende finanziare lo sviluppo di strade, ponti, autostrade e tutte le principali pipeline energetiche. Parliamo di un programma da ben 200 miliardi di dollari che, secondo le prime stime, dovrebbe servire a stimolare investimenti infrastrutturali per oltre 1.000 miliardi nell’arco dei prossimi 10 anni.
Ma per assicurarsi di centrare il bersaglio, i soldi da soli non bastano. Ecco perché, come spiegato da Mick Mulvaney, direttore Budget della Casa Bianca, il Piano Infrastrutture prevede anche di ridurre gli oneri normativi “accorciando e semplificando il processo di approvazione dei progetti ed eliminando gli ostacoli”.
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L’annuncio è stato accolto con particolare entusiasmo dall’industria USA, aprendo invece nuove voragini di preoccupazioni fra gli ambientalisti. Il documento, infatti, si inserisce nel più ampio programma del presidente Trump per promuovere lo sviluppo del petrolio e del gas statunitensi e potrebbe nella pratica smantellare molte delle tutele ambientali oggi in vigore.
“Al centro della proposta – spiega Brett Hartl, direttore degli affari governativi del Center for Biological Diversity – c’è l’intenzione di tagliare i tempi a tutti i progetti per arrivare all’approvazione il più velocemente possibile, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno una solida revisione ambientale”.
Nel dettaglio il piano darebbe al Segretario degli Interni l’autorità per approvare la realizzazione di gasdotti attraverso i parchi nazionali del Paese, tagliando fuori il Congresso dal processo d’approvazione. O ancora, accelererebbe le tempistiche in cui uno Stato deve rilasciare le certificazioni di qualità dell’acqua, necessarie per la costruzione di gasdotti interstatali e porterebbe i tempi massimi degli studi ambientali a non oltre 21 mesi. L’intento dichiarato è quello di modificare leggi ambientali radicate come la decennale legge sulla politica ambientale, la legge sull’acqua o il Clean Air Act, per eliminare, testuali parole, “le inefficienze” del processo d’approvazione. Via anche la supervisione bipartisan da parte delle agenzie federali: la proposta della Casa Bianca spinge affinché tutto il processo di controllo sia affidato ad un solo ente.
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Il Piano potrebbe potrebbe però sbattere contro un muro d’opposizione al Congresso, con i democratici alla Camera che hanno già presentato un progetto infrastrutturale alternativo e una parte dei repubblicani, fiscalmente conservatori, che non apprezzano troppo la spesa prevista.