Nessuno dei 28 PNIEC presentati dagli Stati membri dell'UE, possiede il giusto impegno per raggiungere le emissioni nette entro il 2050
Sonora bocciatura dei Piani Energia Clima 2030 da parte della European Climate Foundation
(Rinnovabili.it) – Decarbonizzazione europea? Non ci siamo affatto. Ad oggi, gli impegni promessi dagli Stati Membri nelle bozze dei rispettivi Piani Energia Clima 2030 non sono in grado di mettere l’UE sulla strada giusta, rispettando l’Accordo sul clima di Parigi. Il rimprovero, indirizzato in questi mesi ai Ventotto da diversi esperti climatici e ambientalisti, diviene oggi uno studio accurato che mostra tutte le defaillance dei PNIEC consegnati a Bruxelles.
Il rapporto, dal titolo “Planning for net zero”, è stato redatto da Ecologic Institute e Climact per conto della European Climate Foundation. Nelle sue 100 pagine analizza uno per uno i singoli Piani Energia Clima 2030, restituendo una classifica delle nazioni più impegnate verso l’obiettivo delle zero emissioni. E rivelando come, a meno di una profonda riscrittura dei PNIEC, tutti gli Stati siano ben distanti dalla meta finale.
Meglio di tutti fa la Spagna. Il Paese ha consegnato con diverse settimane di ritardo i propri impegni alla Commissione Europea, ma detiene il punteggio più alto (52 su 100) assegnato sulla base dei tre indicatori: livello di ambizione, livello di dettaglio delle politiche e misure descritte, qualità e l’inclusività del processo di stesura. Segue la Francia (47 su 100), la Grecia (44) e la Svezia (43). Per arrivare all’Italia è necessario scorrere fino alla 17esima posizione. Al Belpaese (solo 26,9 punti)sono rimproverati diversi elementi del proprio PNIEC, a partire dalla mancanza di un programma di eliminazione graduale dei combustibili fossili, dallo scarso livello di dettaglio per le misure legate alle rinnovabili e gli obiettivi troppo deboli in fatto di efficienza energetica (vedi qui il dettagli italiano).
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“Il nostro lavoro dimostra che gli Stati membri dell’UE non sono in linea con una traiettoria di zero emissioni nette al 2050, né con le raccomandazioni scientifiche del rapporto dell’IPCC“, ha affermato Julien Pestiaux di Climact, uno degli autori dello studio. “Con poche eccezioni degne di nota, il rapporto mostra anche una bassa ambizione quando si tratta di raggiungere concretamente i target su rinnovabili ed efficienza”. “Senza i dettagli, i piani non sono significativi”, aggiunge Viktoriya Kerelska di WindEurope.
Anche Legambiente calca la mano sui pessimi risultati. “Il fatto che l’European Climate Foundation abbia bocciato i piani dell’Italia e di molti altri Paesi Ue non è una buona notizia”, commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente. “Eppure siamo ancora in tempo per dotarci di un Piano e di una Strategia di lungo termine più ambiziosi ed in linea con la soglia critica di 1.5°C. Quello di cui abbiamo bisogno è un piano nazionale coerente con l’Accordo di Parigi, che punti ad un futuro energetico al 100% rinnovabile e sull’efficienza energetica per ridurre consumi e importazioni; che acceleri la transizione fuori dalle fonti fossili (cancellando gli assurdi sussidi diretti e indiretti previsti), che renda davvero possibile l’uscita dal carbone al 2025”.