(Rinnovabili.it) – I Paesi ad alto reddito stanno portando avanti un’importante transizione verso un nuovo modello energetico, ma sul fronte della sostenibilità ambientale c’e ancora parecchia strada da fare. Lo sostiene il “Global Energy Architecture Performance Index Report” pubblicato oggi dal World Economic Forum. Il rapporto misura i punti di forza e di debolezza delle infrastrutture energetiche di 105 Paesi nel mondo attraverso una prospettiva integrata per la sicurezza economica, ambientale ed energetica.
L’indice è stato appositamente studiato per aiutare i paesi a gestire e ad affrontare le sfide che derivano da questo periodo di cambiamento che, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), richiederà ben 38mila miliardi di dollari d’investimenti nelle infrastrutture energetiche entro il 2035 per soddisfare l’aumento della domanda globale. I risultati di questa edizione 2013 rivelano che è la Norvegia la nazione ad aver ottenuto la migliore performance; il merito va alla sua capacità di garantire una facilità di accesso alle risorse energetiche a costi relativamente bassi, alla costante crescita economica che sta generando rilevanti redditi nazionali e all’adeguato sviluppo delle fonti pulite sul territorio. Con altri sette Paesi (Svezia, Francia, Svizzera, Lettonia, Danimarca, Spagna, UK) la Norvegia domina la top-ten che è completata da Nuova Zelanda (5) e Colombia (6).
E mentre l’Italia si fa notare come ultimo dei paesi europei nell’elenco (46° posto), gli autori sottolineano come nessuna nazione dell’OPEC sia riuscita a guadagnarsi una posizione nei primi 50 nominativi. Tra i BRICS, il Brasile è capofila al 21° posto, seguito dalla Federazione Russa (27), Sud Africa (59), India (62) e Cina (74). Gli Stati Uniti si posizionano solo al 55° posto.
“Le decisioni energetiche possono essere semplificate attraverso una comprensione comune del compromesso di cui hanno bisogno”, ha spiegato Roberto Bocca, Senior Director al World Economic Forum. “Obiettivi chiari nella realizzazione di un sistema energetico equilibrato ed eco-sostenibile, sono in grado di sostenere l’economia”.
Dal rapporto emergono anche altri risultati interessanti: il 66% dei paesi valutati sono importatori netti di energia; il 12% è in grado di fornire energia elettrica solo a meno della metà della propria popolazione.
“La complessità del settore energetico globale richiede un approccio analitico condotto Paese per Paese”, ha detto Arthur Hanna, Senior Managing Director per il settore Energy di Accenture. “L’indice elaborato con il World Economic Forum nasce con l’obiettivo di ottenere un bilancio delle sfide energetiche che ciascun Paese dovrà affrontare e con lo scopo di suggerire le best practices a cui ispirarsi per le singole aree di interesse”.