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Una pelle protettiva per le rinnovabili marine

Il progetto ACORN sta progettando nuovi rivestimenti per le strutture energetiche offshore che sappiano proteggerle dalle varie forme di degrado a cui vanno incontro

Una pelle protettiva per le rinnovabili marine

 

(Rinnovabili.it) – Gli impianti a base di energie rinnovabili marine hanno una vita più difficile di quelli a terra. Corrosione, incrostazioni e cavitazione rappresentano sfide tecniche enormi per l’industria di settore, a cui l’ingegneria sta da sempre cercando di trovare un rimedio definitivo. Una soluzione in tale senso potrebbe arrivare dal progetto ACORN, acronimo dell’inglese Advanced Coatings for Offshore Renewable Energy.

 

L’iniziativa, finanziata dal Settimo programma quadro dell’Unione Europea, ha studiato e progettato un nuovo rivestimento per le strutture offshore che sappia proteggerle dalle varie forme di degrado a cui vanno incontro. Il costo legato alla protezione di tali elementi rappresenta un enorme carico economico per tutti i progetti a base di rinnovabili marine.

 

L’obiettivo di ACORN era quello di collaudare la resistenza alla corrosione a lungo termine dell’alluminio spruzzato termicamente (TSA), al fine di mettere a punto una matrice di rivestimento con una durata comprovata di almeno 20 anni. Quello che hanno fatto i ricercatori è realizzare una matrice porosa di alluminio riempiendo i minuscoli buchi con sostanze antivegetative ecocompatibili; queste vengono gradualmente esposte sulla superficie attiva del rivestimento man mano che il TSA si corrode ad un ritmo di 10 µm all’anno combattendo attivamente il fenomeno di biofouling, ossia l’accumulo e deposito di organismi viventi su superfici o setti che ne compromette la funzionalità.

Dei test di resistenza ai cirripedi sono stati quindi effettuati in prove in mare al largo della costa della Svezia.

 

“Questo progetto svilupperà una nuova soluzione duratura al problema del biofouling marino, offrendo vantaggi specifici per strutture offshore statiche come le torri delle turbine eoliche e generatori di energia dall’oceano”, spiegano i responsabili del progetto. “Oltre a questo, il progetto svilupperà e dimostrerà come sia possibile ottenere un rivestimento resistente alla corrosione e alla cavitazione adatto per i generatori di energia in mare”.

 

Il consorzio ACORN – che sta ora lavorando alla possibile commercializzazione di questi speciali rivestimenti – è costituito da tre partner di ricerca (TWI, CTC e l’Università di Gothenburg) e quattro partner industriali.