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Sprecati 100mld per pannelli solari e turbine eoliche inefficienti

Sprecati 100mld per pannelli solari e turbine eoliche inefficienti

 

(Rinnovabili.it) – L’Europa poteva risparmiare 100 miliardi dollari spesi per l’installazione di pannelli solari e turbine eoliche. Sono i risultati di un rapporto presentato ieri dal World Economic Forum.

Il rapporto, scritto insieme alla società di consulenza Bain&Company, spiega che altri 40 miliardi dollari avrebbero potuto essere risparmiati con un migliore coordinamento transfrontaliero e cavi di alimentazione più grandi tra i Paesi.

 

Un altro rilievo viene mosso nei confronti di pianificazioni inefficienti degli Stati membri. Ad esempio, la Spagna ricava energia solare per il 65% in più rispetto alla Germania (1.750 kWh/m² l’anno rispetto ai 1050 kWh/m² tedeschi), ma quest’ultima ha installato circa il 600 per cento della potenza iberica (33 gigawatt rispetto al 5 GW). Inoltre, mentre in Spagna soffia meno vento rispetto ai Paesi del nord Europa, sono stati installati altri 23 GW di capacità eolica.

«Tale distribuzione sub-ottimale delle risorse, si stima sia costata all’Ue circa 100.000 miliardi di dollari in più rispetto a uno scenario in cui ciascun Paese avesse investito nella fonte più efficiente», ha spiegato il rapporto. Che ha denunciato anche i sovrainvestimenti nelle fonti rinnovabili, i quali avrebbero creato un eccesso di capacità nel vecchio continente, pesando sui profitti delle aziende.

 

Negli ultimi cinque anni, al sistema dell’Ue sono stati aggiunti 130 GW di capacità di generazione da fonti rinnovabili e 78 GW di potenza da fonti convenzionali, mentre solo 44 GW di queste ultime sono stati “pensionati”. Allo stesso tempo, la crescita della domanda di energia elettrica in Europa è rimasta al palo nel 2007-2012. Di conseguenza, l’utile sul capitale investito è sceso di 4,8 punti percentuali, dal 10.8 al 6 per cento.

Utilities come RWE ed E.ON chiedono l’aiuto del governo, attraverso la creazione di un “mercato della capacità” per finanziare il funzionamento dei loro impianti a gas e carbone altrimenti non redditizi. Giurano che un tale meccanismo potrebbe aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti, ma Angela Merkel ha ribadito all’inizio di gennaio che non supporterà questa idea.

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