(Rinnovabili.it) – Il parlamento olandese ha appena approvato una legge per tagliare le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, e già del 25% entro il 2020. Il passo è importante per due motivi. Primo, mette l’Olanda in linea con le misure da adottare per rispettare l’accordo di Parigi, e anzi la catapulta tra i Paesi più virtuosi d’Europa da questa prospettiva. Secondo, per rispettare il contenuto della legge sarà necessario chiudere tutte le centrali a carbone, anche quelle appena entrate in funzione.
Il voto è arrivato in maniera quasi inaspettata, come lascia intuire il risultato: 77 favorevoli contro 72 contrari. Va però sottolineato che la misura approvata non è vincolante: resta quindi tutto lo spazio di manovra per fare marcia indietro. Ma per il momento sembra che la politica sia intenzionata ad andare proprio in direzione della rinuncia totale a una fonte altamente inquinante come il carbone e rivedere completamente il mix energetico del Paese del nord Europa. Sia il partito liberale che quello laburista infatti promettono di spingere fin da subito per accelerare l’implementazione della legge.
Se la rinuncia al carbone non è un passo semplice da ottenere di per sé, a maggior ragione diventa complicato nel caso dell’Olanda. Infatti, solo nel 2015 erano state fermate 5 centrali a carbone, ma per aprirne subito dopo 3 nuove. Che avevano suscitato diverse polemiche e additate come le principali responsabili dell’aumento del 5% nelle emissioni olandesi registrato l’anno scorso. Oltre a queste 3 centrali a carbone appena avviate, dovranno essere chiusi altri 2 impianti ancora in funzione.
“Chiudere i grandi impianti a carbone anche se aperti di recente – ha affermato al Guardian Stientje van Veldhoven, parlamentare liberale – è di gran lunga il modo più efficace dal punto dei vista dei costi per raggiungere gli obiettivo dell’accordo di Parigi, e ogni Paese dovrà prendere misure di questo tipo. Non possiamo continuare a considerare il carbone come la fonte di energia più economica, quando è la più costosa dal punto di vista del clima”.