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Obiettivi di sviluppo sostenibile: sull’energia un ritardo imbarazzante

Obiettivi di sviluppo sostenibile
Credit photo: Supriya Biswas, IRENA

 

Quali progressi ha compiuto il mondo sugli obiettivi energetici di sviluppo sostenibile?

(Rinnovabili.it) – All’inizio di quest’anno la società di consulenza gloabale PwC aveva mandato un messaggio chiaro: le aziende stanno sostenendo solo a parole gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ora sembra chiaro che su almeno uno dei 17 target anche i governi nazionali siano molto indietro con l’azione. Parliamo dell’SDG 7, o settimo obiettivo di sviluppo sostenibile, quello inerente le questioni energetiche. L’Agenzia Internazionale IRENA ha pubblicato la prima valutazione globale dei progressi sull’SDG 7, rivelando che i Paesi non stanno facendo abbastanza per portare avanti l’agenda ONU. Nato dalla collaborazione tra IRENA, l’agenzia Internazionale dell’energia (IEA), la Divisione statistica delle Nazioni Unite (UNSD), la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il documento fa luce su un ritardo a tratti imbarazzante: ci sono progressi ma sono troppo lenti.

 

Quando nel 2015 i governi avevano approvato i Sustainable Development Goals, avevano anche promesso, tra le altre cose, di “garantire l’accesso a un’energia sostenibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti” entro il 2030. A questo obiettivo (SDG 7) decisamente vago, l’ONU ha aggiunto altri tre target più precisi: aumentare “notevolmente” la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale, raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica e assicurare l’accesso universale ai combustibili da cucina puliti.

Ma la relazione presentata ieri in occasione del Forum Energia sostenibile per tutti di Lisbona frena qualsiasi facile entusiasmo. Un miliardo di persone – ovvero il 13% della popolazione mondiale – vive ancora senza elettricità. L’Africa subsahariana e l’Asia centrale e meridionale continuano a essere le aree del mondo con i maggiori deficit. Nello stesso tempo tre miliardi di persone – più del 40% della popolazione mondiale – non hanno accesso a combustibili e tecnologie di cottura puliti mentre l‘aria inquinata domestica continua a essere responsabile di circa 4 milioni di morti all’anno.

Nel 2015, il mondo ha raggiunto un 17,5% di rinnovabili nel suo consumo finale di energia ma, sulla base delle politiche attuali, si prevede che la quota verde non riesca ad andare oltre il 21% entro il 2030.

 

“È chiaro che il settore energetico debba essere al centro di ogni sforzo per guidare il mondo su un percorso più sostenibile”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA. C’è un’urgente necessità di agire su tutte le tecnologie, in particolare su quelle rinnovabili e quelle legate all’efficienza energetica, che sono fondamentali per raggiungere tre obiettivi critici: accesso all’energia, mitigazione del clima e un inquinamento atmosferico inferiore”.

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