(Rinnovabili.it) – No, no, no. Il pacchetto clima energia dell’Unione Europea per il 2030 è stato accolto, da più fronti, con evidente contrarietà e preoccupazione. L’impegno al ribasso contenuto negli obiettivi comunitari non solo è ben lontano da quanto necessario per mantenere la leadership climatica a livello mondiale, ma si allinea pericolosamente con quell’atteggiamento d’inerzia ambientale mostrata dai Paesi più potenti alla COP19. Nonostante l’entusiasmo con cui il nuovo libro Bianco è stato ieri presentato da Bruxelles si contano, infatti, davvero pochi consensi. Nessun obiettivo di efficienza energetica, posticipata la cancellazione dell’eccesso delle quote gratuite di emissioni di carbonio nell’Emissions Trading Scheme, mano leggera sullo shale gas: non è questo quello che ci aspettava dalla Commissione europea e i critici sono unanimi nell’evidenziare non solo la necessità di obiettivi vincolanti, ma anche numeri di maggiore spessore sui cui far impegnare i Ventotto.
“Per contenere il surriscaldamento sotto i 2°C ed evitare la catastrofe climatica, l’Unione europea deve impegnarsi a ridurre almeno del 55% le emissioni interne entro il 2030 – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e contemporaneamente impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40% per portare avanti una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio.”
Profondamente deluso anche il WWF che attraverso Jason Anderson, responsabile del clima e dell’energia, denuncia:
“Dopo mesi di attesa, la Commissione ha riconfezionato un rallentamento della riduzione delle emissioni e della diffusione delle energie rinnovabili e lo ha chiamato ‘un pacchetto ambizioso’. Si sta mettendo a rischio la modernizzazione economica dell’Europa”.
Ora in molti chiedono all’Italia, a breve in carica alla presidenza dell’Unione europea, di agire per riportare la leadership politica necessaria per ispirare l’Europa.
“Il Presidente Enrico Letta deve superare le divisioni interne tra i Ministeri dello Sviluppo e quello dell’Ambiente e chiarire con urgenza l’indirizzo del Governo su questo argomento, esprimendo una posizione in ambito europeo che non favorisca i soliti noti ma una Svolta verso la transizione energetica, anche in vista della presidenza italiana nel semestre europeo”, commenta il senatore Girotto. “Diversamente, anche all’indirizzo della Commissione europea appena indicato da Barroso, il Governo Italiano deve spingere, schierarsi in maniera chiara al fine di cogliere i benefici che la sfida del cambiamento climatico e la transizione energetica ci pone”.