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Nucleare: un voto riaccende l’impianto in Giappone

La centrale nucleare della città di Satsumasendai verrà riaccesa nel 2015. Lo ha deciso il Consiglio comunale ieri sera. Ignoti hanno appiccato un incendio

Nucleare un voto riaccende l’impianto in Giappone.(Rinnovabili.it) – Si attendeva solo la formalità del voto, ma l’esito era scritto, e non ha potuto scalfirlo nemmeno il sisma che pochi giorni fa, è passato a qualche chilometro dal centro abitato. Satsumasendai, da stamattina, è la prima città del Giappone ad aver deciso la riaccensione di una centrale nucleare. L’impianto della Kyushu Electric Company sarà il primo, dopo la catastrofe di Fukushima nel 2011, a tornare in funzione.

 

Si tratta di due reattori, situati a un migliaio di chilometri a sudovest di Tokyo, nell’isola di Kyushu. La città che li ospita conta circa 100 mila abitanti, e ha per lungo tempo campato sui sussidi governativi e sui posti di lavoro forniti dall’impianto. Ecco perché da quelle parti non vedevano l’ora del restart, ormai dimentichi di quello che l’intera nazione ha dovuto vivere poco più di tre anni e mezzo fa. La percentuale di favorevoli, nel voto di ieri sera durante la riunione dei membri del Consiglio comunale, ha fatto registrare percentuali bulgare. 19 membri su 26 hanno dato il loro via libera alla centrale, 4 hanno dato voto contrario e 3 si sono astenuti. Ora che il passaggio politico ha avallato il riavvio, bisognerà comunque attendere il voto della prefettura di Kagoshima in novembre, e poi la fine dei controlli di sicurezza. La centrale non rientrerà in funzione prima del 2015, ma sarà comunque la prima dei 48 impianti costruiti in Giappone e spenti gradualmente dopo l’incidente di Fukushima.

 

Da allora, il Paese ha dovuto aumentare le spese energetiche, costretto ad importare combustibili fossili per sostituire il nucleare, che forniva circa il 30 per cento dell’elettricità. Ecco perché, passata la bufera, il primo ministro Shinzo Abe ha spinto con forza per la riattivazione delle centrali atomiche. Conoscendo il costo politico di una simile decisione – dato che una scelta simile è osteggiata da gran parte della popolazione – Abe ha fatto i suoi calcoli. Per limitare i danni ha delegato la decisione alle amministrazioni locali: saranno loro, spera, a prendersi gli improperi e le critiche, mantenendo intatta l’immagine del governo. Infatti su Kyushu le comunità si sono divise, soprattutto perché per le città vicine a Satsumasendai non è prevista quasi nessuna compensazione economica, nonostante su di esse gravi un rischio del tutto paragonabile. Al contrario, la città del reattore ci guadagna: questo scherzetto le permetterebbe di incamerare 11 milioni di dollari l’anno, oltre alle risorse per costruire – fra le altre cose – un ponte, una biblioteca e un museo di storia. Così, oltre metà dei 30 mila abitanti della vicina Ichikikushikino, hanno siglato una petizione contraria alla riaccensione della centrale. La tensione è alta: è divampato anche un incendio, le cui cause sono sconosciute, in uno degli edifici ausiliari dell’impianto dormiente. Lo hanno spento i lavoratori, senza feriti o rilascio di materiali radioattivi.