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USA: allarme sicurezza reattori nucleari

USA, allarme sicurezza reattori nucleari(Rinnovabili.it) – “Tutti i 104 reattori nucleari attualmente in funzione negli Stati Uniti hanno un problema di sicurezza che non può essere risolto”, a fare questa clamorosa dichiarazione non è stato un leader di un gruppo ambientalista contrario al nucleare, bensì l’ex presidente della Commissione per la Sicurezza Nucleare in persona, Gregory B. Jaczko.

Proprio colui che fino a maggio 2012, data delle sue dimissioni, si occupava di garantire la sicurezza degli impianti, oggi dichiara pubblicamente che è del tutto inutile cercare di prolungare la vita dei reattori, questi infatti “vanno sostituiti progressivamente con nuove tecnologie”.

Le osservazioni sono state fatte nell’ambito di un’intervista al New York Times, durante il “Carnegie International Nuclear Policy Conference” di Washington, in una sessione dedicata all’incidente di Fukushima. Gregory Jaczko ha sottolineato che molti reattori americani che hanno ricevuto l’autorizzazione ad operare per altri 20 anni, da sommare alla licenza iniziale di 40 anni, potrebbero diventare obsoleti e troppo pericolosi.

Di fronte alla domanda sul perché non avesse reso pubblica questa dichiarazione quando era ancora presidente, Jaczko ha affermato di essere arrivato a questa conclusione solo recentemente.

Come presidente della Commissione per la Sicurezza Nucleare, Jaczko aveva più volte sollevato la necessità di effettuare controlli di sicurezza più accurati agli impianti, ma veniva costantemente messo in minoranza dagli altri quattro membri della Commissione.

Dal canto suo l’industria nucleare, che aveva sempre guardato con profondo sospetto l’operato dell’ex presidente, ha dichiarato che gli impianti di energia nucleare degli Stati Uniti sono sicuri. In particolare Marvin S. Fertel, presidente e amministratore delegato del Nuclear Energy Institute, ha sottolineato che la sicurezza degli impianti “era un dato di fatto sia prima che Greg Jaczko diventasse presidente, sia durante il suo mandato, come riconosciuto dalla speciale task force in occasione dell’incidente di Fukushima. Ma soprattutto è un dato di fatto ancora oggi”.

 

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