(Rinnovabili.it) – L’Ue continuerà a investire nella ricerca sull’energia nucleare. A poche ore dalla decisione di Bruxelles di accendere il semaforo verde per gli aiuti di Stato al nucleare nel Regno Unito (in particolare alla la costruzione della centrale di Hinkley Point), l’esecutivo comunitario ha diffuso l’annuncio dell’avvio di un nuovo programma sulla fusione nucleare. Prenderà il nome di EUROfusion, e verrà sviluppato nell’ambito di Horizon 2020, il programma sulla ricerca e l’innovazione dell’Unione che ha come punto di arrivo proprio la seconda decade del secolo. La Commissione europea ci ha investito molto: 850 milioni di euro fino al 2018. Metà della liquidità proviene da Euratom, piano di ricerca per l’energia da fusione legato a Horizon e anch’esso a scadenza 2020. Tramite EUROfusion l’obiettivo è offrire il supporto tecnico a Iter, il progetto per la costruzione del reattore termonucleare sperimentale internazionale, in costruzione in Francia e già finanziato in passato dal programma quadro per la ricerca. Il programma EUROfusion verrà portato avanti dal centro di ricerca sulla fusione più grande d’Europa: si tratta del Jet (Joint European Torus) di Culham, in UK.
Nessuna retromarcia, dunque, dall’Ue nei confronti del nucleare. Anzi, secondo il responsabile energia Gunther Oettinger, si tratta di una decisione importante. Si ripropone dunque l’annoso dibattito sull’atomo come fonte di energia sostenibile e rinnovabile, a dispetto di rischi e impatti.
«La fusione – ha sostenuto infatti Oettinger – ha tutto il potenziale per diventare una fonte di energia sostenibile, sicura e a zero emissioni di CO2. L’avvio del programma di fusione dimostra quanto l’Europa possa ricavare benefici da una unione di intenti sulla ricerca».
Non solo, ma secondo il Commissario europeo il programma EUROfusion ha una anche valenza sotto il profilo del prestigio internazionale, perché «fornisce il quadro per permettere al continente di mantenere la sua posizione di leader mondiale nella ricerca sulla fusione nucleare».