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L’addio al nucleare di Seoul trova un muro nella popolazione

Il nuovo governo sudcoreano promette un’era libera dal nucleare, ma la popolazione non sembra essere d’accordo. Gli ambientalisti denunciano: la lobby atomica sta facendo una propaganda serrata

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(Rinnovabili.it) – L’energia nucleare? Troppo economica per rinunciarci. A meno di quattro mesi dall’annuncio dell’abbandono dell’atomo, la Corea del Sud potrebbe esser costretta a fare marcia indietro e rimangiarsi le promesse iniziali. Quando era salito in carica, il nuovo presidente Moon Jae-in aveva fatto grandi promesse, grandi soprattutto per un paese che oggi ottiene dalla fissione un terzo della sua elettricità. “Finora, la politica energetica della Corea del Sud ha perseguito prezzi a bassi ed efficienza. I prezzi di produzione economici sono stati considerati una priorità, mentre la vita e la sicurezza del pubblico è rimasta sul sedile posteriore. Ora è il momento di cambiare. Aboliremo la nostra politica centrata sul nucleare e cancelleremo completamente tutti i piani per la costruzione di nuovi reattori”, aveva commentato il presidente in occasione della chiusura della più antica centrale nazionale, la Kori-1.

A rimpiazzare l’atomo sarebbe dovuto essere un nuovo programma di sviluppo incentrato su gas naturale e fonti rinnovabili.

 

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Ma la strategia energetica di Moon si è scontrata con una realtà più inerziale e conservatrice del previsto. Un recente sondaggio ha mostrato come più della metà della popolazione sia a favore della realizzazione di due nuovi reattori, i cui lavori di costruzione sono oggi in stallo. Parliamo di due unità– Shin Kori No.5 e Shin Kori No.6 –  da 1,4GW di capacità totale, che dovevano essere originariamente completate, rispettivamente, entro marzo 2021 e marzo 2022 nella città sud-orientale di Ulsan.

 

Il neo-governo ne aveva annunciato la sospensione, promettendo di consultare la popolazione sul futuro del progetto. E la popolazione, o almeno una fetta cospicua di essa, non sarebbe ancora pronta a rinunciarvi, come spiega Kim Ji-hyung, presidente del comitato organizzato da Seoul per studiare le proposte nucleari. “La nostra raccomandazione è di ricominciare la costruzione“, ha dichiarato Kim. “Il nostro ultimo sondaggio di opinione pubblica ha mostrato che il 59,5 per cento (l’indagine è stata somministrata a 471 cittadini provenienti da varie aree del Paese) è a favore della ripresa dei lavori”.

 

I gruppi civici che si battono contro l’energia atomica, hanno lamentato, tuttavia, le forti pressioni esercitate in questi mesi dai gruppi pronucleare attraverso ampie campagne pubblicitarie in cui si promuovevano vantaggi del potere nucleare e si metteva in guardia dai possibili danni economici una volta abbandonata la tecnologia. “Dopo 40 anni di energia nucleare, – ha commentato la Federazione nazionale per i movimenti ambientali – le lobby connesse all’industria nucleare sono radicate ovunque nella società sudcoreana, offuscando gli occhi della gente”.