Cause legali e class action che radunano migliaia di persone contro il nucleare potrebbero intralciare il governo nel suo intento di riavviare la produzione
(Rinnovabili.it) – Il governo giapponese potrebbe avere più di un problema per rispettare la sua tabella di marcia in tema di riavvio dell’industria nucleare. Infatti, le cause legali stanno crescendo a vista d’occhio, unite a class action che hanno l’effetto di far crescere l’opposizione pubblica – già consolidata – nei confronti di questa fonte energetica.
I ricorsi contro la TEPCO (gestore dell’impianto di Fukushima) e l’esecutivo stesso, hanno già radunato più aderenti rispetto a qualsiasi altro fatto di contaminazione ambientale avvenuto in Giappone nel passato. Fukushima ha
Il disastro nucleare di Fukushima, il peggiore dopo quello di Chernobyl dell’86, ha costretto 160 mila persone a lasciare le proprie case, molte di loro per sempre, radendo al suolo il tessuto economico delle imprese locali e l’agricoltura. È inevitabile che monti un’ostilità, anche in una nazione come il Giappone, che si tramuta in un baluardo di resistenza contro le politiche governative. Shinzo Abe, il premier, intende riavviare al più presto gli impianti atomici in modo da ridurre la dipendenza da combustibili fossili che è schizzata alle stelle dopo la catastrofe che ha portato allo spegnimento precauzionale di tutti i reattori. Ma il pubblico non è d’accordo: i sondaggi registrano costantemente il rapporto di due cittadini contrari per ogni favorevole.