(Rinnovabili.it) – Le prime cifre erano circolate con le indiscrezioni de Le Figaro. Ora, nonostante le mancate conferme da parte di Bruxelles, arrivano notizie più precise su quanto l’Europa dovrà spendere per garantire la sicurezza del suo parco nucleare: dai 10 ai 25 miliardi di euro sarebbero l’investimento complessivo stimato dalla UE per l’aggiornamento dei 134 reattori nucleari europei ed evitare così che si possa andare incontro ad un Fukushima-bis.
I numeri sono quelli contenuti nel documento redatto dall’Esecutivo a termine di un anno di valutazioni e stress test effettuati su tutte le centrali nucleari europee. La Commissione ha, infatti, esplicitato l’intenzione di emanare nuove leggi per il settore entro il 2013, anche in materia di assicurazione e di responsabilità, al fine di “migliorare la situazione delle potenziali vittime in caso di incidente”. Una misura più che necessaria se si pensa che son ben 111 i reattori che, in un raggio di 30 km contano oltre 100.000 abitanti.
La relazione riporta anche lo stato attuale delle centrali dei 14 Stati membri che oggi ospitano gli impianti nucleari e le mancanze o falle che sono state registrate nelle operazioni di sicurezza. In attesa che la Commissione renda pubblico il documento, le associazioni ambientaliste hanno fatto sentire la propria voce lamentando una situazione generale poco incisiva, non avendo il processo di controllo della Ue il potere di far spegnere alcuna centrale. Secondo quanto rilevato da Greenpeace ad oggi 34 reattori, appartenenti a 13 centrali, andrebbero invece “chiusi immediatamente”.
Le indagini indipendenti condotte dall’Associazione e riunite in un rapporto, indicano ad esempio le centrali francesi di Fessenheim (2 reattori) di Gravelines (6 reattori) e di Cattenom (4 reattori) possiedono diverse lacune in materia di protezione contro i terremoti e le inondazioni. “Un solo generatore diesel di emergenza è disponibile per ogni centrale. Nessun reattore ha accesso a una fonte di raffreddamento alternativo, elemento questo evidenziato come preoccupante nelle conclusioni. I sistemi di rilevazione antincendio e gli impianti fissi di estinzione non hanno alcun backup con caratteristiche antisismiche. Queste centrali vanno chiuse.