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Nucleare: la Francia è cauta sullo spegnimento dei reattori

Il nuovo ministro all’energia e famoso ecologista dichiara: "Chiuderemo entro il 2050 un certo numero di reattori ma è ancora presto per dire quanti"

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Foto di AFP / KENZO TRIBOUILLARD

 

(Rinnovabili.it) – Il governo francese sta mettendo a punto un piano con cui accompagnare alla dismissione i primi reattori del suo parco nucleare.  È quanto fa sapere il nuovo ministro dell’ambiente e dell’energia Nicolas Hulot parlando al margine del G7 di Bologna. Il vertice ambientale è apparso fin da subito fiacco e inconcludente (il segretario statunitense Pruitt ha abbandonato l‘incontro dopo neppure 12 ore) e le dichiarazioni dei presenti si sono velocemente adeguate al clima generale: vaghe e inconsistenti.

 

Quando il nuovo presidente francese Emmanuel Macron aveva scelto il regista ed ecologista Hulot come capo del dicastero energetico, si erano manifestate le prime preoccupazioni del settore in virtù della lunga battaglia tra attivisti e nucleare. Al punto da far cadere il titolo in Borsa di Edf, il colosso dell’energia francese. A nulla sembrerebbero valse le parole di Jean-Bernard Lévy numero uno della società nel corso dell’assemblea generale degli azionisti: “Si tratta di uno zoccolo indispensabile della produzione, ancora per dei decenni”.

 

Va detto però, che l’attuale programma riduzione del nucleare francese non ha subito alcuna modifica rispetto a quanto proposto dall’ex presidente François Hollande nel 2013: un taglio nella produzione per portare la quota “atomica” al 50 per cento rispetto all’attuale 75 per cento, entro il 2025.

Al contrario, le ultime voci di corridoio sostengono che la Francia potrebbe addirittura allungare i tempi. Le dichiarazioni dello stesso ministro sono assolutamente vaghe: “Chiuderemo alcuni reattori nucleari e non sarà di certo una mossa simbolica […] ma è ancora presto per dire quanti”. La decisione, ha aggiunto il ministro “sarà presa in base a tre criteri: sicurezza, aspetti sociali e aspetti economici”.

 

Le prime due questioni da affrontare, escludendo dall’equazione il tema dei lavoratori, riguardano la vecchia centrale di Fessenheim, e i nuovi reattori EPR di Flamvianville. Sul primo punto Hulot ha confermato lo stop definitivo ma rimandando ogni decisione ufficiale al prossimo anno. Sul secondo punto, l’Autorità per la sicurezza nucleare (Asn) avrebbe trasmesso ad Edf un parere rassicurante sull’integrità del serbatoio del reattore e, costi permettendo, l’accensione è programmata per il 2020.