(Rinnovabili.it) – Dopo la chiusura della centrale nucleare di Crystal River in Florida, un altro impianto quest’anno va in pensione negli Stati Uniti: si tratta dei due reattori di San Onofre nel sud della California.
E non stiamo parlando di una semplice chiusura per fine licenza, dal momento che la centrale nucleare in questione non produce elettricità da gennaio 2012 a causa di una fuga di radiazioni. Ebbene sì, l’ennesimo impianto che fa sorgere dubbi sulla sua sicurezza, ma in questo caso il motivo scatenante non è un evento naturale imprevedibile come lo tsunami giapponese, bensì una perdita di acqua radioattiva da un tubo danneggiato.
Dopo una serie di richieste alla Nuclear Regulatory Commission per ottenere il permesso di riattivare almeno un reattore, la Southern California Edison (SCE), società che gestisce la centrale, ha diffuso il 7 giugno un comunicato stampa in cui ha dichiarato la volontà di chiudere in modo permanente l’intero impianto.
“La centrale di San Onofre – ha dichiarato Ted Craver, presidente e amministratore delegato di Edison International, società madre di SCE – ha servito questa regione per oltre 40 anni, ma abbiamo concluso che le continue incertezze sul quando e sul se i due reattori avrebbero potuto tornare in servizio pregiudicavano i nostri clienti, i nostri investitori, oltre che la necessità di pianificare il fabbisogno di energia elettrica a lungo termine della nostra regione“.
Barbara Boxer, senatrice della California, ha accolto con gioia la decisione di chiudere lo stabilimento, il quale rappresentava un vero e proprio pericolo per le milioni di persone che vivono nella costa del Pacifico tra San Diego e Los Angeles.
La chiusura di San Onofre pone ora numerosi interrogativi sui tempi di smaltimento, sul come sopperire alla richiesta energetica di circa 1,4 milioni di case e soprattutto su chi addossare la responsabilità del problema. Una certezza, però, può essere ricavata in modo chiaro da questa storia: nessun impianto nucleare è davvero sicuro.