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Nel 2016 cala ancora il consumo di carbone

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(Rinnovabili.it) – Per il secondo anno consecutivo, il consumo di carbone non vede un aumento o una stasi, ma decresce. Ancora presto per cantare vittoria, ma sicuramente è un dato incoraggiante quello diffuso dallo Statistical Review of World Energy 2017 della BP. Il dossier segnala un calo dell’1,7% a livello globale, che fino a quattro anni fa era la fonte energetica con la più alta crescita della domanda.

A cambiare il corso delle cose è la flessione in Cina e Stati Uniti. In questo ultimo caso, il boom del gas di scisto, ottenuto con il fracking, ha rimpiazzato in pochi anni gran parte del consumo di carbone. In Cina, invece, si assiste da tre anni alla diminuzione a causa di un rallentamento del vorticoso sviluppo economico in settori ad alta intensità di energia come ferro, acciaio e cemento. In percentuale, tuttavia, lo sforzo più meritorio è stato quello della Gran Bretagna: grazie a una carbon tax, qui il consumo è sceso del 52,5% nel 2016, permettendo nel 2017 di celebrare la prima giornata senza carbone dalla Rivoluzione industriale.

 

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Nel frattempo, crescono le fonti di energia rinnovabile: eolico, fotovoltaico e le altre hanno chiuso il 2016 con un +14% a livello mondiale, più rapidamente di qualsiasi altro combustibile, e tuttavia leggermente al di sotto della media degli ultimi 10 anni.

Per converso, la domanda di energia è aumentata di appena l’1%, quasi la metà rispetto alla media del decennio. Quasi tutta la crescita viene dai paesi in via di sviluppo, in particolare Cina e India. Questo trend ha permesso di mantenere invariate le emissioni di carbonio per il terzo anno di fila. La stessa BP, in ogni caso, ha dichiarato che lo stallo nella CO2 non è sufficiente per il rispetto delle linee guida concordate a Parigi nel 2015. Sarebbe tempo ormai di attuare misure per provocare un calo delle emissioni se i paesi vogliono soddisfare l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura sotto i 2°C.

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