Utilizzando un foglio di grafene nano-ingegnerizzato un gruppo di scienziati è stato in grado di generare 85 nW. Quanto basta per alimentare micro sensori destinati all’esplorazione petrolifera
ENERGIA COLTIVATA IN LABORATORIO Per il loro studio, i ricercatori hanno utilizzato grafene coltivato tramite deposizione di vapore chimico su un substrato di rame e poi trasferito su diossido di silicio. Utilizzando simulazioni di dinamica molecolare il team ha scoperto che quando l’acqua scorre sopra il grafene, gli ioni di cloro aderiscono alla sua superficie. Lo scorrere dell’acqua trascina gli ioni nella direzione del flusso, provocando di conseguenza lo spostamento simultaneo delle cariche libere presenti nel grafene e dunque una corrente interna al foglio.
L’esplorazione degli idrocarburi è una tecnica costosa che coinvolge l’iniezione di acqua pressurizzata nella terra; il processo potrebbe quindi essere sfruttato per sperimentare i micro sensori rivestiti da grafene e consentirgli così di ottenere l’energia necessaria per trasmettere i dati acquisiti alla superficie. Nonostante la tecnologia sia stata studiata per il settore degli idrocarburi, gli scienziati sostengono che la scoperta apra la strada anche ad altre applicazioni, come la realizzazione di micro-robot sottomarini o di navi in grado di incamerare energia nei loro scafi dopo l’applicazione di questa speciale pelle.