(Rinnovabili.it) – Riuscire a “sintonizzare” i sistemi di conversione del moto ondoso in modo che siano in grado di raccogliere il massimo di energia disponibile, a prescindere dalla dimensione o dalla forza delle onde stesse, è una vera e propria sfida. L’imprevedibilità associata a questa fonte porta di conseguenza alla raccolta di energia intermittente, senza contare che i dispositivi per lo sfruttamento devono essere progettati per resistere ai forti venti a cui vengono sottoposti in mare aperto. Per migliorare una delle tecnologie verdi più immature a livello di mercato, un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter ha formulato un algoritmo di controllo che, se usato in combinazione i sistemi previsionali già sviluppati, permette di calcolare la corretta quantità di forza necessaria per raccogliere la massima energia possibile, consentendo al dispositivo di rispondere ad ogni onda singolarmente.
A differenza delle turbine eoliche o dei pannelli solari, che raccolgono più o meno l’energia che li colpisce, i dispositivi marini per funzionare correttamente devono adattarsi a ogni onda in arrivo, conoscendone dunque a priori le caratteristiche. I primi test effettuati in laboratorio hanno dimostrato che combinando l’attuale tecnologia di previsione con il nuovo algoritmo, la raccolta di energia è stata migliorata del 100 per cento, il doppio di quella ottenuta precedentemente. La scoperta, secondo gli scienziati, potrebbe non solo contribuire a migliorare il funzionamento dei dispositivi marini che sono già in uso in luoghi come la costa orientale degli Stati Uniti e la costa atlantica della Spagna, ma potrebbe anche aiutare la tecnologia a divenire più competitiva.