Accesi i rotori della turbina marina da record
(Rinnovabili.it) – Lanciata a Dundee all’inizio del 2021 prima di essere rimorchiata alle Orcadi, la O2 sta già dando prova delle sue capacità. L’innovativa turbina marina della Orbital Marine Power, ha iniziato in questi giorni a produrre e immettere in rete energia sfruttando le correnti di marea, primo passo di un percorso che durerà ben 15 anni. E che ha richiesto un tempo simile in studi e progettazione prima del lancio ufficiale. A pieno regime una sola unità è in grado di produrre abbastanza elettricità per soddisfare il fabbisogno di soddisfare la domanda di elettricità annuale di 2.000 famiglie britanniche.
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Per quella che è tutti gli effetti la turbina maereomotriche più potente al mondo si prospetta un futuro elettrizzante. La società ha ricevuto il plauso (e i finanziamenti) del Governo scozzese e oggi punta alla commercializzazione della sua tecnologia attraverso l’implementazione di una centrale multi-MW. “Con le nostre abbondanti risorse naturali, le nostre competenze e le nostre ambizioni, siamo nella posizione ideale per sfruttare l’enorme mercato globale per l’energia marina”, ha dichiarato il segretario all’energia del Governo scozzese Michael Matheson. “Ecco perché il governo continua a sostenere il settore da oltre 10 anni, anche attraverso il fondo Saltire Tidal Energy Challenge, che ha fornito 3,4 milioni di sterline a questo progetto”.
La turbina marina O2 è costituita da uno scafo tubolare galleggiante in acciaio, lungo lungo 74 metri ed ormeggiato tramite ancore al fondale. Due rotori subacquei – ognuno dei quali può generare una potenza di 1 MW – sono connessi al corpo tramite braccia mobili, sollevabili in superficie in caso di manutenzione. Le pale, da 10 metri ciascuna, catturano il flusso di marea su un’area spazzata di oltre 600 metri quadrati. Il CEO di Orbital, Andrew Scott, ha dichiarato: “La nostra visione è che questo progetto sia l’innesco per lo sfruttamento delle risorse dei flussi di marea in tutto il mondo per svolgere un ruolo nell’affrontare il cambiamento climatico creando un nuovo settore industriale a basse emissioni di carbonio”.