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Turbina a flusso di marea, il futuro dell’energia marina è roseo

Il successo di questa tecnologia sperimentata a largo delle Isole Orcadi porta l’energia marina ad un passo dal lancio commerciale su vasta scala

Turbina a flusso di marea, il futuro dell’energia marina è roseo

 

(Rinnovabili.it) – Macchine galleggianti in grado di trasformare il moto periodico del mare in energia pulita. A loro è stato affidato il ruolo di sorvegliate speciali nel progetto di ricerca MARINET. Finanziata dalla 7° programma quadro dell’Unione europea con quasi 9 milioni di euro, l’iniziativa ha istallato da poco la prima turbina a flusso di marea al largo delle Isole Orcadi, in Scozia. Il piccolo idro-generatore, ancora solo un prototipo, servirà ai partner per migliorare la comprensione delle necessità legate alla manutenzione delle macchine offshore, acquisendo nel contempo esperienza operativa in mare. Come riporta Cordis, si tratta del primo passo verso la realizzazione un impianto pilota a grandezza naturale che dovrebbe vedere la luce nel 2015: una volta completata da parte dell’azienda spagnola Magallanes, la turbina reale lunga 42 metri e pesante 350 tonnellate.

 

In realtà la turbina a flusso di marea è solo uno dei tanti dispositivi per la produzione di energia marina che saranno testati ed analizzati dal Progetto MARINET, il cui obiettivo ultimo è quello di accelerare la fase commerciale di tutte queste tecnologie rinnovabili. Ecco perché i partner stanno mettendo assieme strutture di ricerca e competenze tecniche provenienti da tutta Europa, offrendo accesso gratuito alla formazione gratuita e non solo. Il programma permetterà a ricercatori e sviluppatori commerciali di accedere a infrastrutture e servizi attualmente non disponibili nel rispettivo paese d’origine. Inoltre tutti i costi di accesso rimangono a carico dell’Unione Europea. Le risorse sono suddivise in quattro specifici gruppi di ricerca: energia del moto ondoso, energia del flusso di marea, energia eolica in alto mare e dati ambientali e questioni trasversali. In ognuno di questi comparti, attraverso uno sforzo di ricerca coordinato si cercherà di accelerare lo sviluppo e supportare la ricerca di alta qualità, evitando possibili duplicati.