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Rinnovabili offshore, l’UE individua un potenziale di oltre 450 GW

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Foto di Norbert Pietsch da Pixabay

Innovazione e collaborazione al centro del nuovo Piano sulle energie rinnovabili offshore

(Rinnovabili.it) – “Il potenziale delle energie rinnovabili offshore in Europa è grande e copre il Mare del Nord, il Mar Baltico, il Mar Nero, il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico”. A sostenerlo è la Commissione Europea nella roadmap che accompagna la definizione della sua futura strategia per l’energia pulita in mare. Finito il periodo di consultazione pubblica, il documento dovrebbe essere pronto per ottobre – ma si parla già di alcuni ritardi – e affrontare le principali questione sul tema, dall’accesso alle risorse marine, alla cooperazione regionale e internazionale, dagli investimenti al trasferimento tecnologico dei progetti. “L’energia rinnovabile offshore ha un significativo potenziale di crescita sostenibile e inclusiva in tutta l’UE, che sta acquisendo ancora più importanza nel contesto delle misure di recupero COVID-19″, si legge nella tabella di marcia.

Pietra angolare del nuovo Green Deal europeo, la strategia per le rinnovabili offshore punta tutto su innovazione e collaborazione, come spiega lo stesso esecutivo UE. “Solo un cambiamento radicale nella cooperazione regionale tra gli Stati membri e il coordinamento europeo consentirà di sfruttare le energie rinnovabili offshore dell’UE fino alla capacità necessaria entro il 2050 in modi efficienti in termini di costi, sostenibili e coesi. Gli ostacoli da superare per realizzare questo cambiamento radicale riguardano la pianificazione della rete, gli accordi di mercato, i progetti comuni, la riduzione dei rischi, la ricerca e l’innovazione, anche nei nuovi modelli di business”.

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Gli obiettivi sono molteplici come la fonti da sviluppare. Si va dall’energia eolica per la quale Bruxelles stima una capacità sfruttabile di 450 GW entro la metà del secolo, all’energia delle onde, delle correnti e delle maree. E, perché no, anche il nuovo fotovoltaico galleggiante.

Secondo quanto riportato nella roadmap, la strategia energetica offshore studierà come sfruttare al meglio l’enorme potenziale di diffusione delle rinnovabili in mare in modo sostenibile e in linea con il principio del “non danneggiare”. Proporrà percorsi strategici e individuerà azioni a livello europeo, (trans)nazionale e regionale per promuovere una diffusione e un’integrazione ambiziose e sostenibili per queste fonti entro il 2030 e il 2050.

In attesa che il documento finale sia pronto e pubblicato, la Ocean Energy Europe ne approfitta per rinnovare alcune richieste all’indirizzo di Bruxelles. L’associazione sottolinea che il nuovo piano debba includere un obiettivo da 100 MW di energia oceanica installata in Europa entro il 2025. Ciò sarebbe sufficiente per alimentare 100.000 case l’anno e ad aprire la strada all’installazione di altri 3GW entro il 2030 e 100 GW entro il 2050. Per ottenere tutto ciò è fondamentale che industria e governi collaborino e che venga sostenuta la ricerca di settore con 300 milioni nei prossimi 5 anni, al fine di tagliare i costi tecnologici e portare i progetti pilota in acqua. 

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L’associazione sostiene anche la necessità di creare un fondo europeo che riduca i rischi per gli investitori e renda più facile l’accesso agli investimenti. “Questo obiettivo è del tutto raggiungibile”, spiega Remi Gruet, CEO di Ocean Energy Europe. “Esiste un ampio portafoglio di progetti allineati lungo le coste europee: tutto ciò che serve ora è la giusta politica e l’ambiente di mercato per realizzarli. La nuova strategia dell’UE per le rinnovabili offshore rappresenta un’enorme opportunità realizzare una ripresa europea che sia allo stesso tempo verde e giusta“.

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