Sviluppato da un team della Dalian Maritime University l'apparecchio sfrutta l'effetto triboelettrico per trasformare l'energia delle piccole onde in elettricità
Nuovi progetti per la raccolta dell’energia oceanica su piccola scala
(Rinnovabili.it) – La raccolta dell’energia oceanica per produrre elettricità pulita ha da tempo una sua nicchia nel mercato delle rinnovabili. Tuttavia molti degli impianti attivi o in fase di studio sono pensati per generare in mare energia da portare a terra. È questo, ad esempio, l’obiettivo dei grandi impianti eolici offshore, dei generatori a colonna d’acqua, delle turbine subacquee, delle centrali a laguna, delle dighe di marea e persino del nuovo fotovoltaico galleggiante.
Ma esistono anche soluzioni su scala ridotta realizzate per alimentare direttamente i dispositivi marini. In molte zone costiere, sono presenti reti di sensori subacquei che raccolgono quotidianamente informazioni su correnti d’acqua, maree e qualità dell’acqua; con l’obiettivo di aiutare la navigazione e monitorare lo stato di salute dell’ambiente. Questa sorta di “Internet delle cose acquatico” ha bisogno di batterie che, di tanto in tanto, vanno sostituite. Un’operazione che richiede tempo e denaro.
Una delle alternative più interessanti sta nella raccolta dell’energia oceanica. Strumento in grado di assicurare una fonte di alimentazione pulita e continua. Allo stato attuale, tuttavia, gli impianti risultano poco efficienti con le correnti sottomarine. Un’alternativa più promettente sono i nanogeneratori triboelettrici (TENG), dispositivi in grado di sfruttare anche le onde a bassa frequenza e bassa ampiezza. In questo contesto si inserisce il lavoro degli scienziati della Dalian Maritime University, in Cina. Un team di ingegneri ha messo a punto un dispositivo TENG sottomarino per la raccolta di energia oceanica che si inspira al movimento delle alghe.
In questo particolare apparecchio, una sottile base di materiale spugnoso poroso è inserito tra una coppia di strisce (38 x 76 mm) composte due diversi polimeri. Queste strisce sono entrambe rivestite con un inchiostro conduttivo. Il tutto è sigillato con nastro impermeabile. il movimento dell’acqua fa scorrere i due polimeri generando lo spostamento di cariche e quindi una corrente elettrica. Nei test di laboratorio è stato dimostrato che più TENG potrebbero essere utilizzati per alimentare in maniera continua dispositivi come i sensori ambientali marini. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista ACS Nano (testo in inglese).