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Con PEWEC l’energia dalle onde marine è low cost

Immagine(Rinnovabili.it) – L’Italia recupera terreno sul fronte della produzione di energia marina. Alla lista di prototipi e dispostivi sperimentali per sfruttare maree e moto ondoso, si è aggiunto anche l’ultimo lavoro svolto dall’Enea in questo campo. Parliamo di PEWEC, acronimo inglese di Pendulum Wave Energy Converter, sistema galleggiante “passivo” per produrre energia dalle onde marine in maniera smart, e soprattutto low cost. Il dispositivo è stato presentato oggi a Roma in occasione del settimo appuntamento del ciclo di convegni tematici sulla Ricerca di Sistema Elettrico.

 

Come spiega la stessa agenzia sul proprio sito, l’obiettivo di questo evento è quello di promuovere lo sviluppo del comparto dell’energia marina attraverso la condivisione delle recenti esperienze nella realizzazione di dispositivi di conversione. Proprio in questo contesto si inserisce PEWEC, impianto frutto della collaborazione con il Politecnico di Torino e progettato appositamente per le coste italiane, dove le onde sono di piccola altezza e alta frequenza; il sistema è molto simile a una zattera, composta da un pendolo incernierato allo scafo e libero di muoversi all’interno di esso.

 

PEWEC 2

 

L’oscillazione dello scafo provocata dalle onde induce un’oscillazione del pendolo. “Questo sistema low cost di produzione di energia dal mare è particolarmente interessante per le tante isole italiane, dove la fornitura di energia è garantita da costose e inquinanti centrali a gasolio”, ha affermato Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio ENEA di modellistica climatica e impatti. “Una decina di questi dispositivi – ha aggiunto – possono produrre energia elettrica per un paese di 3.000 abitanti, contribuendo in modo significativo anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la riduzione dell’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza impattare in maniera significativa su flora e fauna marine”. Il dispositivo presentato è ancora in scala 1:12 ma l’agenzia ha rivelato di essere già a lavoro con il team del Polito per realizzare un primo prototipo su scala reale e una potenza nominale di 400 kW.

L’incontro è stato anche l’occasione per ricordare “L’Atlante del clima ondoso del Mediterraneo”, la prima mappa capace di individuare in modo accurato le zone più interessanti per lo sfruttamento energetico delle onde, stimare l’energia ricavabile e definire la tecnologia più adatta da utilizzare.

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