Energia pulita dal mare e ricerca italiana
(Rinnovabili.it) – Il cinque per mille aiuta la produzione dell’energia pulita dal mare. Destinandolo all’Università di Trento si finanzierà un assegno di ricerca per giovani ricercatori e ricercatori destinato a sostenere il progetto di ricerca dell’ing. Elisabetta Tedeschi. La prima risposta è arrivata dal gruppo Dolomiti Energia, leader del settore, che ha deciso di sostenere la comunicazione del progetto e le modalità di adesione al cinque per mille.
Ancora una volta l’Università di Trento si fa portavoce di un progetto di ricerca ad alto impatto collettivo. Il progetto sarà sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria industriale sul settore energia pulita e ambiente: l’obiettivo, infatti, è di convertire l’energia di movimento delle onde del mare in energia elettrica. Il gruppo di ricerca dell’Università di Trento è coordinato da Elisabetta Tedeschi; si ispira a ricerche condotte in ambito aerospaziale e punta a potenziare il dispositivo elettromeccanico “Power Take-Off” per catturare energia dalle onde del mare e produrre energia pulita e sostenibile.
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Le onde del mare sono una sorgente di energia rinnovabile con un elevatissimo potenziale: sia per l’enorme disponibilità (gli oceani ricoprono oltre il 70% della superficie terrestre) che per l’alta prevedibilità e densità di potenza (cinque volte superiore a quella dell’energia del vento e dieci volte superiore a quella dell’energia solare). Eppure l’energia delle onde del mare è ancora poco utilizzata per produrre energia. Grazie al progetto dell’Università di Trento si potrebbe produrre energia pulita in tempi rapidi con un abbattimento delle emissioni per raggiungere quella neutralità climatica richiesta dagli obiettivi europei entro il 2050: risultati che si sommerebbero a quelli raggiunti dall’energia solare ed eolica.
Più energia a costi inferiori
Spiega la responsabile del progetto, Elisabetta Tedeschi: «La Commissione Europea intende aumentare di quasi cento volte, in dieci anni, la potenza installata ottenuta da convertitori di energia degli oceani. Ma in un Rapporto del 2018 ha anche riconosciuto che per realizzare questo obiettivo i convertitori di energia delle onde devono essere ottimizzati perché la quantità di energia elettrica fin qui prodotta è troppo limitata. Gli sforzi devono concentrarsi, in particolare, sul componente chiamato “Power Take-Off” che è necessario per la conversione dell’energia di movimento dell’onda in energia elettrica, e sulla sua validazione. Proprio su questo componente intendiamo lavorare al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento. Vogliamo renderlo più efficiente e applicabile su vasta scala lavorando sulla sua modularità e sulla gestione dei guasti».
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«Un sistema modulare è più flessibile e può adattarsi più facilmente ai diversi stati di mare, al modo ondoso mutevole – continua Tedeschi – garantendo un funzionamento più costante, più efficiente e più flessibile. Vogliamo affinare nuove tecniche di controllo che abbiamo impostato in precedenti studi. Lavorare in modo sistematico sulla rapida gestione dei guasti e sulla minimizzazione dell’impatto aumenta l’affidabilità del dispositivo e conseguentemente la sua produttività energetica. Questo può portare come vantaggio una maggiore disponibilità di energia con una riduzione dei costi di produzione. Solo così possiamo davvero considerare l’energia ondamotrice un’alternativa efficace per la produzione di energia pulita».
Significativa la scelta di Dolomiti Energia, spiega l’amministratore delegato Marco Merler: «L’impegno per l’innovazione, per l’energia pulita e un’idea di crescita sostenibile e condivisa con le comunità fanno da sempre parte del dna di Dolomiti Energia. Per questo siamo felici di collaborare con l’Università di Trento nel dare visibilità a questo progetto che ci permette di offrire ai clienti un’opportunità per partecipare concretamente, sostenendo questo lavoro di ricerca, alla realizzazione di un futuro migliore per tutti».