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Energia marina, l’asso “piglia tutto” del Regno Unito

Aumentano i sussidi per i progetti di sfruttamento delle onde e dei venti off-shore mentre si pensa ad una rimodulazione degli aiuti alle tecnologie più mature

(Rinnovabili.it) – Sarà perché la nazione si trova nella posizione ottimale per sfruttare queste fonti, sarà perché tutti gli studi di settore stimano un potenziale da record o perché gli obietti energetici per il 2020 hanno sempre meno tempo per essere soddisfatti, ma il Regno Unito scommette ancora una volta su l’energia del mare. Onde ed eolico off-shore sono, infatti, i bersagli della nuova iniziativa governativa che propone di raddoppiare i livelli di supporto per le relative tecnologie e di tagliare quelli riservati alle fonti più mature come l’eolico on-shore e l’idroelettrico. Nel dettaglio, dal 1° aprile 2013 i progetti di sfruttamento delle maree e dell’energia delle onde fino a 30 MW riceveranno una quota maggiore di Renewable Obligation Certificates, rispetto a quella attuale. Rilasciati dall’Ofgem, i Renewable Obligation Certificates, o più semplicemente ROC, sono assegnati ai produttori accreditati per ogni MWh verde generato.

“Questa decisione farà sì che il settore dell’energia marina possa iniziare a muoversi verso lo sfruttamento su scala commerciale e che il Regno Unito mantenga la propria posizione di leader globale,” ha commentato soddisfatto Andrew Tyler, operatore dell’unico impianto al mondo per lo sfruttamento delle maree su scala commerciale oggi operativo. Il governo si aspetta di raggiungere, entro il 2017, 70-75 TWh di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.