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Energia marina, se ne discute alle Canarie col progetto Undigen

Alle Canarie si parla di energia marina presentando una nuova iniziativa per lo sfruttamento energetico delle onde

energia marina(Rinnovabili.it) – Si parla di energia marina alle Canarie. L’occasione è l’annuale assemblea della APPA Marina, la sezione dell’Associazione dei produttori di energie rinnovabili (APPA), che si sta tenendo presso la base terrestre della Piattaforma Oceanica delle Canarie (PLOCAN).

L’evento secondo la Plataforma Oceánica de Canarias  si sta concentrando tra la presentazione del progetto per la produzione di energia dalle onde interamente realizzato in Spagna e denominato Undigen e la V Conferenza del Mare e delle energie rinnovabili, che organizzato dalla Associazione e il Collegio di architetti navali e oceanici di Spagna.

 

Appa Marina, di cui fanno parte circa 20 aziende interessate allo sviluppo delle rinnovabili applicate alla produzione di energia dalle onde e dalle maree, sta lavorando congiuntamente allo sviluppo del progetto Undigen e per fare “in modo che questa tecnologia rinnovabile ottenga il sostegno delle diverse amministrazioni e possa godere di un compenso commisurato ai costi di generazione e degli obiettivi specifici di capacità installata entro il 2020” hanno specificato le aziende.

 

Secondo la dichiarazione rilasciata da Plocan, “in Spagna c’è un alto potenziale per lo sviluppo dell’energia marina, soprattutto sulla costa cantabrica, lsula costa atlantica e nelle isole Canarie. Sfruttando questa risorsa energetica è stimato un potenziale di più di 20.000 MW  (il triplo della potenza nucleare installata in Spagna). Il mare-prosegue il comunicato, “ha un grande potenziale di energia, che si manifesta principalmente attraverso le onde, le maree, le correnti e la differenza di temperatura tra la superficie e il fondo marino. Sfruttare l’energia marina non genera impatti ambientali o visivi e costituisce un importante risorsa energetica con un ampio margine di prevedibilità. Eppure le condizioni ostili del mare, il moto ondoso e la corrosione marina, nonché la necessità di meccanismi per trasferire il potere a terra, fanno sì che questa tecnologia richieda grandi investimenti e che si trovi ancora, con una sola eccezione, in fase pre-commerciale “.