La nuova unità per sfruttare l’energia delle onde riduce l’LCOE del 18-29%
(Rinnovabili.it) – Una sofisticata semplicità. Questo il segreto della boa creata da WaveBoost, progetto dedicato allo sfruttamento dell’energia delle onde. L’iniziativa, finanziata dal programma europeo Horizon 2020, ha tirato in questi giorni le somme dopo tre anni di lavoro. E il risultati sono più che soddisfacenti.
Guidato dalla svedese CorPower Ocean, il consorzio WaveBoost ha progettato un sistema in grado di migliorare affidabilità e prestazioni dei cosiddetti WEC – Wave Energy Cconverters (letteralmente “convertitori di energia delle onde”). L’unità è una boa galleggiante ancorata al fondale marino e dotata di un rivoluzionario sistema pneumatico; quest’ultimo cattura l’energia cinetica legata all’oscillazione nell’acqua, mentre un modulo di conversione la trasforma in elettricità.
Il modulo possiede una presa di potenza e un sistema di frenata avanzati in grado di offrire un maggiore controllo dei movimenti, tagliando del 98% le perdite di flusso complessive. Tale sistema vanta l’80 per cento di componenti in meno rispetto ai moduli dei classici WEC; una riduzione che avvantaggia l’impianto sotto diversi punti di vista. La nuova macchina è, infatti, molto meno complessa, pur mantenendo alte le prestazioni.
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Rispetto ad altre unità per sfruttare l’energia delle onde, i miglioramenti apportati dal consorzio hanno consentito di ridurre il costo dell’energia livellato (LCOE) del 18-29 per cento, aumentare del 27 per cento la produzione elettrica annuale, tagliare del 30 per cento le spese operative.
Inoltre l’analisi del ciclo di vita (LCA) condotta su un array teorico da 50 MW in Scozia ha indicato un’intensità di carbonio, per il primo prototipo, inferiore a 31,4 g CO2e / kWh. Il valore non solo è già oggi paragonabile ad altre tecnologie rinnovabili, ma è anche di oltre dieci volte inferiore a quello delle turbine a gas convenzionali.
Come funziona la boa di WaveBoost
“CorPower ha una rigorosa strategia di verifica del prodotto che segue un processo strutturato in cinque fasi, stabilito come best practice per la tecnologia dell’energia oceanica da International Energy Agency”, commenta Matt Dickson, Project Manager di Waveboost. “Implica una convalida graduale della capacità di sopravvivenza, delle prestazioni, dell’affidabilità e dell’economia a partire dai prototipi su piccola scala”.
“Il completamento del progetto H2020 Waveboost segna una pietra miliare chiave nel nostro viaggio e sblocca i progressi dalla Fase 3 alla Fase 4 del nostro programma mentre portiamo la nostra tecnologia WEC su scala reale”.
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