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Energia dalle onde, il Politecnico di Torino sperimenta

(Rinnnovabili.it) – Si chiama ISWEC, acronimo inglese di Inertial Sea Wave Energy Converter, ed è l’innovativo dispositivo di sfruttamento dell’energia marina “ made in Italy”. A progettarlo sono stato un nutrito team di ricercatori provenienti  dai dipartimenti di Meccanica e Aerospaziale, di Ambiente Territorio e Infrastrutture e di Energia del Politecnico di Torino nell’ambito di un bando lanciato dalla Regione Piemonte. Il gruppo, in partenariato con Aris S.p.A, ha realizzato un dispositivo composto da un galleggiante monolitico al cui interno opera un giroscopio ormeggiato sul fondale marino. Il particolare design lo rende adattabile alle diverse condizioni d’onda e idoneo ad applicazioni anche in mari chiusi. Dal 6 febbraio il team sta sperimentando ISWEC, nella sua fora prototipale, nella vasca navale dell’INSEAN a Roma e i primi risultati hanno confermato le potenzialità del sistema. Mediante una campagna sperimentale i ricercatori del Politecnico hanno acquisito i dati in merito alla caratteristiche del mare di Pantelleria e dalle stesse misure è stato possibile effettuare una prima analisi di produttività.; è emerso che l’installazione di un parco di 1 MW di potenza potrebbe produrrebbe circa 2600 MWh/anno a Pantelleria, 3110 MWh/anno ad Alghero e 2080MWh/anno per La Spezia.

“L’Italia e l’intero bacino del Mediterraneo – ha commentato Giuliana Mattiazzo, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico – presentano un gran numero di isole di difficile approvvigionamento energetico. Il nostro sistema potrebbe concorrere al raggiungimento dell’autonomia energetica di tali zone. Inoltre, nonostante ISWEC sia stato pensato sulle caratteristiche del Mediterraneo, pensiamo che possa essere utilizzato con successo anche sulle onde oceaniche. Siamo molto ottimisti e siamo pronti per la messa in mare del sistema. I risultati delle attività di ricerca hanno portato alla costituzione di uno spin off del Politecnico di Torino (Wave for Energy s.r.l.) che si occuperà della successiva fase operativa” . Al progetto collabora anche la UP Design a cui spetta il compito di ridurre l’impatto ambientale dell’impianto e renderlo integrato e compatibile con l’habitat marino circostante.

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