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Energia dalle maree, il Canale di Bristol accetta la scommessa

In fase di valutazione il progetto da 30 MW per le acque del canale britannico da istallare lungo la linea tra Aberthaw e Minehead

Energia dalle maree, il Canale di Bristol accetta la scommessa

 

(Rinnovabili.it) – Il Canale di Bristol, in Gran Bretagna, ha un enorme potenziale per la produzione di energia dalle maree. Il problema è che, fino ad ora, gli schemi presentati (e scartati) per intrappolare questa energia avrebbero richiesto la costruzione di dighe e sbarramenti così grandi da rendere insostenibile tutto il progetto.

 

Come alternativa più ecofriendly e decisamente anche più economica, la Kepler Energy ha annunciato in questi giorni i piani per un impianto sottomarino appositamente progettato per sfruttare le maree del canale e convertirle in elettricità. La società ha intenzione di realizzare una sorta di recinzione subacquea, con una potenza nominale di 30 MW, da istallare lungo la linea tra Aberthaw e Minehead. Il progetto, che richiede un investimento 143 milioni di sterline, non vedrebbe però la luce prima del 2021, dal momento che la tecnologia è ancora allo stato embrionale.

 

Per il suo progetto, Kepler Energy sta utilizzando una speciale turbina idrica ad asse orizzontale trasversale (o THAWT, secondo l’acronimo inglese). Sviluppata da Dipartimento di Ingegneria Scienze dell’Università di Oxford, l’innovativa turbina è stata progettata per l’utilizzo in acque poco profonde e flussi più lenti. Si basa su una struttura reticolare realizzata in carbonio composito; le unità di generazione sono costituite da due serie di pale reticolari tra tre colonne con un singolo generatore tra loro. La società vorrebbe istallare il primo impianto nel canale britannico e ha già presentato i piani per 1 km di questo recinto.

 

La centrale sottomarina sarà oggetto di una valutazione d’impatto ambientale durante il processo di pianificazione per garantire che non comporti rischi significativi per la vita marina.
La recinzione dovrebbe essere installata, a patto che il progetto vada in porto, ad una profondità tra i 20 e i 30 metri. La società ha condiviso i suoi schemi con il Dipartimento britannico dell’Energia e dei Cambiamenti climatici, il governo gallese, il Crown Estate e il Bristol City Council, pronta ad affrontare un più ampio programma di consultazione delle parti interessate nella seconda metà di quest’anno.