Si è aperta oggi a Roma la prima giornata di workshop “Energia dal mare: le nuove tecnologie per i mari italiani” organizzato da Enea
(Rinnovabili.it) – Leggendo il contatore degli oneri per le fer elettriche una cosa salta subito agli occhi: gli incentivi agli impianti di sfruttamento del moto ondoso sono ancora a quota zero. Eppure la configurazione geografica della penisola italiana, con i suoi 8.000 chilometri di costa, rende il nostro Paese uno dei membri dell’Unione maggiormente in grado di cogliere i vantaggi dello sfruttamento di questa fonte. Delle prospettive italiane e dello stato dell’arte della tecnologia si è discusso oggi all’Enea in occasione del workshop “Energia dal mare: le nuove tecnologie per i mari italiani”. “L’elaborazione di una strategia in grado di stimolare l’energia blu – ha affermato in apertura dell’incontro Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA – è uno degli obiettivi per il rilancio dell’economia e dell’occupazione in Europa. Produrre energia dal mare attraverso tecnologie avanzate che utilizzino in maniera sostenibile le risorse marine richiede lo sviluppo di sinergie tra mondo delle imprese e centri di ricerca”.
Il piano “Blue Economy” varato da Bruxelles mette, infatti, tra le priorità proprio lo sfruttamento dell’energia marina; energia che a livello comunitario potrebbe fornire una potenza installata di circa 3,6 GW entro il 2020 e 188 GW entro il 2050. Attualmente, in Italia lo sfruttamento energetico di onde, correnti e maree è ancora in fase sperimentale, con impianti e dispositivi progettati affinché siano in grado di ricavare il massimo del potenziale energetico dal Mediterraneo che, a causa della sua specificità di mare chiuso, richiede tecnologie diverse rispetto a quelle utilizzate nel Nord Europa per catturare l’energia degli oceani. Molti di questi sistemi hanno ora raggiunto una maturità scientifica e tecnologica che, nel breve periodo, li renderà competitivi sui mercati.
“Anche grazie alla realizzazione e alla commercializzazione di nuovi dispositivi per lo sfruttamento energetico dell’ambiente marino, – ha continuato Lelli – l’Italia potrà concorrere a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle fonti fossili e a salvaguardare l’ecosistema del Mediterraneo, che è uno più fragili del Pianeta”.