Dal 2030 gli impianti che producono energia dal mare aumenteranno con decisione, grazie alla spinta degli sviluppatori soprattutto europei
(Rinnovabili.it) – L’energia dal mare oggi si sviluppa soprattutto in Europa. È il Vecchio continente, infatti, secondo uno studio del JRC, il Centro ricerche della Commissione Europea, a tirare la volata nello sviluppo di tecnologie che producono elettricità sfruttando il moto marino.
Il 51% degli sviluppatori nel settore dell’energia dalle maree e il 45% di quelli impegnati nel campo dell’energia dalle onde si trovano in UE. I primi 66 MW dovrebbero essere installati entro il 2018, per produrre l’equivalente dell’elettricità consumata da una cittadina di 100 mila abitanti.
Gli impianti saranno localizzati principalmente fra Gran Bretagna, Normandia, Olanda e Irlanda del nord, Svezia e Portogallo. Anche l’Italia è attiva nella ricerca, specie sul moto ondoso, con test in Toscana e Sicilia.
I ricercatori del JRC sono fiduciosi riguardo al fatto che dal 2030 gli impianti in acqua cresceranno, dopo una flessione nelle aspettative causata dalla crisi. Il settore che più sembra avere prospettive è quello che investe sulle correnti delle maree, specie in Scozia e Normandia. «In Scozia stanno sviluppando la prima ‘farm’, che entro il 2016 conterà su quattro turbine da 1.5 MW ciascuna e altri progetti hanno ricevuto finanziamenti Ue, per altri 18 MW in totale – spiega Davide Magagna, ricercatore del JRC e autore dello studio – Ulteriori 20 MW sono attesi in Normandia, nel giro di tre anni».
Sul fronte dell’energia da moto ondoso la ricerca è più diffusa a livello mondiale. In Svezia e Australia stanno sviluppando delle “fattorie marine”. Ed è sulle onde che si concentra la ricerca in Italia: Politecnico di Torino, Università di Firenze, Seconda Università di Napoli e Università della Calabria stanno indagando le potenzialità del settore. «Due aziende italiane – descrive Magagna – stanno portando avanti progetti pilota e collaborano con partner statunitensi e britannici. 40SouthEnergy, basata a Viareggio, sta conducendo test a Castiglioncello, mentre ‘Wave for Energy’, uno spin off del Politecnico di Torino, sta effettuando test a Pantelleria».
Si sperimenta anche nel campo della conversione termica oceanica, in cui le tecnologie dovrebbero sfruttare la differenza di temperatura fra acque profonde e superficiali, specie in quelle tropicali. In Italia potrebbe interessare invece la conversione tramite osmosi, che sfrutta la differenza fra acqua dolce e salata e può vedere uno sviluppo in aree vicine ad estuari o delta dei fiumi che si gettano nel mare.