I progetti più innovativi del centro di ricerca italiano Seapower per lo sfruttamento l’energia di onde e correnti
Energia dal mare, due sistemi di sfruttamento “made in Italy”
(Rinnovabili.it) – Nella sfida tecnologica alla produzione di energia dal mare, l’Italia non si fa trovare impreparata. Dopo l’annuncio del collegamento dell’ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter) alla rete elettrica dell’Isola di Pantelleria, la ricerca di settore ha continuato a muoversi in avanti. Lo dimostrano i due prototipi per generare energia marina creati da Seapower scrl. Il centro – un consorzio di ricerca pubblico-privato, partecipato dall’Università Federico II di Napoli – ha presentato ieri in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, due macchinari in grado di sfruttare rispettivamente l’energia delle onde e quella delle correnti.
Parliamo di Pivot, una sorta “protesi energetica” per moli e dighe, e di Gemstar, un aquilone acquatico pensato sia per il mare che per i corsi fluviali. I dispositivi hanno diversi anni di studio e progettazione alle spalle e oggi, spiega il consorzio, sono “entrambi maturi per la fase dello sviluppo commerciale”.
Dai frangiflutti “energetici” agli aquiloni sottomarini
PIVOT – Nato nel 2015, Pivot è un sistema semi-galleggiante in grado di convertire l’energia del mare in elettricità. Il prototipo è costituito da una parte fissa e ancorata alla costa, a cui è incernierata una boa mobile che si alza e si abbassa con le onde marine. Il sistema trasforma l’energia meccanica in elettrica grazie ad un Power Take-Off o Presa di Potenza. Di cosa si tratta? Di un dispositivo che permette di prelevare energia da una fonte di alimentazione e trasferirla a un’altra applicazione. In questo caso serve a convertire l’energia del mare in elettricità da immettere in rete o accumulare in batterie. “Un sistema Pivot della dimensione di 5 metri per 3, con un pescaggio di 1,5 m, installato sulla costa della Sardegna, potrebbe generare 20.000 kWh, utili per alimentare circa 10 abitazioni”, spiega il centro.
La macchina richiede ovviamente di essere ancorata a strutture fisse quali dighe foranee o moli. “Ad esempio, potrebbe essere fissata alle barriere poste davanti alle spiagge ed alle coste poiché, oltre ad operare come generazione di energia, il sistema ha anche una funzione protettiva, in quanto è un ottimo attenuatore del moto ondoso“. Pivot ha superato egregiamente due fasi di test in laboratorio e una prova in ambiente reale nel porto di Civitavecchia. Oggi gli esperti di Seapower stanno lavorando ad nuovo sviluppo della tecnologia per applicazioni anche lontano dalla cosa.
GEMSTAR – Soprannominato l’aquilone del mare, Gemstar non guarda alle onde bensì alle correnti, quelle marine, di marea o fluviali. Il sistema – la cui idea risale addirittura al 2005 – è costituito da due turbine idrocinetiche integrate ad un galleggiante a sua volta vincolato al fondo del mare. In assenza di correnti Gemstar galleggia in superficie , ma con il movimento dell’acqua viene trascinato sotto ad una profondità prestabilita (circa 15 metri), allineandosi alla corrente stessa e iniziando a produrre energia dal mare.
Un primo prototipo da 20 kW è stato installato per un breve periodo nella Laguna Veneta ma oggi il consorzio mira a installarne uno su scala reale da 300 kW nello Stretto di Messina. “Questo test porterebbe alla fase di pre-industrializzazione e pre-commercializzazione.“