Rinnovabili • energia delle onde Rinnovabili • energia delle onde

4 dissalatori alimentati dall’energia delle onde

La finale del Waves to Water Prize del governo USA svela quattro dispositivi in grado aiutare a contrastare la crisi idrica in isole e zone costiere

energia delle onde
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

I 4 prototipi sono stati testati sulle coste di Nags Head nella Carolina del Nord

(Rinnovabili.it) – Modulari, efficienti, facili da trasportare ed economici. Ma soprattutto alimentati solo dall’energia delle onde. Sono i quattro innovativi dissalatori premiati in questi giorni dal Waves to Water Prize. Il concorso è stato lanciato ben 3 anni fa dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti. L’obiettivo? Accelerare la ricerca e lo sviluppo di convertitori energetici marini in grado di fornire acqua pulita in località costiere e insulari in difficoltà o in particolari scenari post catastrofe. Perché tutto questo tempo? Perché in questi anni gli organizzatori, assieme al National Renewable Energy Laboratory (NREL) e al Coastal Studies Institute, hanno fornito ai partecipanti un percorso R&S completo. Assistendo gli innovatori dall’ideazione iniziale alla progettazione tecnica, fino alla prototipazione e ai test in ambiente reale.

Produrre acqua potabile con l’energia delle onde

Quattro i finalisti, ognuno con una soluzione in grado di raggiungere l’obiettivo in maniera semplice ed economicamente conveniente. E usando solo l’energia delle onde per alimentarsi.

Il primo premio (500mila dollari) è andato a Oneka Snowflake per il suo Wave-Powered Watermaker, un dispositivo simile a una zattera che può essere assemblato senza attrezzi. Facile da installare e adattabile alla maggior parte delle condizioni oceaniche, lo Snowflake ha il potenziale per produrre fino a 7.000 litri di acqua pulita a settimana.

Ma riconoscimenti in denaro sono andati anche agli altri tre team. Il sistema di produzione d’acqua dolce MYSP della MarkoZero Prototypes si caratterizza per la facilità di installazione e dalla capacità di adattarsi alle diverse condizioni oceaniche. Il dispositivo presenta braccia girevoli, pontoni gonfiabili, un sistema di osmosi inversa integrato e una pompa a pressione costante e a momento variabile.

Leggi anche Energia marina in Italia, qual è lo stato di avanzamento tecnologico?

Progetto 816 di Archimede è un dispositivo costituito da zavorre e boe che può essere installato da sole due persone con attrezzature e strumenti di base. Il convertitore gonfiabile di energia delle onde è realizzato con componenti commerciali, pronti all’uso e collegato ad un sistema di desalinizzazione terrestre.

Water BROS (acronimo di Wave Actuated, Tethered, Emergency Response, Buoyant Reverse Osmosis System) sfrutta l’energia delle onde per azionare un meccanismo di conversione a rotazione unidirezionale. Ottimizzato per la risposta alle emergenze, WATER BROS vanta un basso costo e un’alta resilienza per generare acqua potabile anche nelle condizioni più difficili.

“Con perseveranza e dedizione, i concorrenti di Waves to Water hanno presentato nuove possibilità per l’energia marina, la desalinizzazione e le comunità che possono trarre vantaggio da queste tecnologie”, ha affermato Scott Jenne, ricercatore principale di NREL per il Waves to Water Prize. “La competizione mostra che i sistemi di desalinizzazione alimentati dalle onde sono in grado di fornire acqua pulita alle persone nelle località costiere, anche in situazioni di emergenza”.

Leggi anche In Italia il 1° impianto ibrido onde – fotovoltaico